Un autobus ci porta da Narita alla stazione Tokyo Central in circa 1 ora e da li prendiamo un taxi per raggiungere il primo dei tre hotel previsti durante il ns soggiorno. Si tratta dell’Hotel The Dome che si scorge gia in lontananza. Spicca nell’alto questo mastodontico grattacielo. Abbiamo una camera al 23 esimo piano e l’ascensore velocissimo esterno è gia la prima emozione.,
Il ns. accampagnatore non perde tempo e ci porta subito a visitare ASakusa che è la parte ancora storica di Tokyo , una volta chiamata Edo. Gironzoliamo per mercatini che espongono merce dai colori stravaganti quasi tutta a base di riso….
Torniamo in hotel e dopo poco eccoci di nuovo fuori: per la ns prima serata giapponese il ns amico ci propone una cena tipica giapponese: ci porta in un locale dove ci fanno subito togliere le scarpe e sederci a terra a gambe incrociate : si tratta di un tatami , tipico tavolo che si usava una volta in Giappone… Vi garantisco che se non siete flessibili come un gatto, un paio di orette in quella posizione non vi faranno di certo sorridere. All’inizio della cena vengono fornite delle salviettine BOLLENTi per sciacquarsi le mani e le bacchette (chopsticks) per mangiare…
Allora ricapitoliamo: ieri mi trovavo a casa in Italia vestita di tutto punto con i miei bei stivali nuovi a sbranarmi le lasagne con forchetta e coltello… e soprattutto su una sedia… Oggi , poche ore dopo, sono qui seduta nella posizione del fior di loto a mangiare cose strane dai nomi impronunciabili, senza scarpe, senza forchetta e coltello, ustionata da una salviettina all’apprenza innocua…MI sento stranamente fuori luogo ma so che è una situazione di adattamento la mia e passerà…
Il lunedi è dedicato agli affari, pero riusciamo ad affacciarci velocemente ad un mercatino di bonsai deliziosi, e composizioni di fiori veramente stupende.
Il martedi ci si alza di buon ora, si lascia l’hotel The dome per dirigersi al mOnte Fuji e in seguito a visitare la citta di Kyoto. Per la ns. escursione ci appoggiamo ad un agenzia molto grossa (mi sembra si chiami sunrise tours) e l’organizzazione è ineccepibile. Il punto d’incontro e la stazione degli autobus, dove si affollano migliaia di persone ognuna in cerca del suo autobus per i vari siti turistici, ma non c’e assolutamente nessn caos, anzi c’e uno stato di armonia nelle cose ma soprattutto nelle persone che, come occidentale mi lascia di stucco
Sono nata a Milano che confronto a Tokyo, lasciatemelo dire è un paesino di campagna, qui ci sono 12000000 di abitanti , ma non si sente un clacson suonare, non ci sono auto parcheggiate malamente, non c’e il furbo che ti sorpassa incurante, e nemmeno quello che cerca di soffiarti il posto mentre sei in coda per un taxi. Sono incredula.
Abbiamo una fortuna sfacciata anche con il clima : durante la ns permanenza si sono sfiorati i 25 ° nonostante sia autunno inoltrato come da noi. I giapponesi mi hanno detto che qs è la stagione migliore per visitare il Giappone.E cosi anche oggi, riusciamo a vedere la cima del Monte Fuji. E’ alto piu di 3000 Mt a, ma cio che colpisce è il suo diametro alla base… E’ un cono immenso, la punta innevata oggi si scopre per i suoi visitatori . Per contro, c’e un vento fortissimo e scendiamo dal bus solo per un paio di foto e poi partenza alla volta di Hakone. Mi dicono sia un posto molto affollato d’estate. Non mi colpisce particolarmente. C’e un laghettino dove ci portano a fare un giro in barca, ma niente di che. IN serata raggiungiamo Kyoto.
Di primo acchito , proveviendo da Tokyo mi sembra di essere atterrata in un paesino (e nemmeno molto accogliente…) ma è notte sono stanca. Domani lo vedro con altri occhi. Siamo alloggiati all’Hotel Okura , che ancora una volta è di un eleganza ineccepibile. La cena stasera è molto particolare: ci faranno assaggiare il famoso shabu-shabu, che è una specie di fondue. Ci portano un grosso pentolone che collocano in mezzo al tavolo sotto al quale bolle dell’acqua. In un piattino separato ci fanno trovare delle fettine di carne molto sottili da intingere nell’acqua bollente… un’esperienza da provare….
é invece la notte piu lunga: i sintomi del jet lag in me si manifestano sempre intorno al terzo giorno e oggi ci siamo : morale una notte intera chiusa nel bagno a leggere un buon libro…
La mattina seguente si parte verso le otto per le ns. tre escursioni a Kyoto. : IL palazzo dell’imperatore, il Golden Pavillon, e il tempio di Nin-jo… Una meraviglia soprattutto il Golden Pavillion, un tempio dorato costruito tutto in legno sito su un lago sul quale si rispecchia… Le foto si sprecano, ma qs è una delle attrazioni nazionali e si resta allibiti a guardarla. Trasmette ancora una volta una calma ed una tranquillita inaudite… me ne starei in qs posto per ore…
La sera siamo cotti: in escursione abbiamo conosciuto una ragazza canadese in viaggio da sola e facciamo gruppo. Ci infiliamo in uno dei tanti sushi bar che fanno show cooking ( quindi tu ti siedi su uno sgabellino come al pub e vedi i cuochi che preparano il sushi per te…) ce lo gustiamo davvero fino in fondo e poi a letto di corsa. Domani mi aspetta un altra giornata impegnativa.
Anche oggi a Kyoto ( che alla luce del sole è bellissima e solare e mi ricorda molto Firenze ) : visitiamo un giardino zen, la foresta di bambu , ma soprattutto il ns. accompagnatore ci fa provare l’emozione della gita sul romantic train che da Kyoto si inerpica per un pezzo su per le montagne all’interno di un parco naturale e la ridiscesa in barca ( una specie di rafting molto meno rischioso….) Spassosissimo.
La sera prendiamo lo shinkansen (il treno veloce) ed in sole 2 ore da Kyoto torniamo a Tokyo ( sono circa 450 Km…..)E’ un esperienza unica filare su uno di questi mostri aerodinamici , silenziosissimi…
Ora che le bacchette mi stanno diventando amiche, ci ho preso gusto con i sushi bar, e visto che i locali hanno smesso di ridermi dietro per come inforco il cibo, orgogliosissima mi piazzo sempre in prima fila in ogni sushi bar… So gia che qs cibo mi manchera da morire.
Il venerdi di ritorno a Tokyo, siamo alloggiati al Radisson Hotel nella zona della Tokyo Bay… Uno spettacolo. Si trova nella zona vicina a parecchie ambasciate ed è bellissimo anche solo sostare nella hall all’ingresso sorseggiando sake e guardando la gente passare. Ma io decido di farmi un giro da sola, e visito il giardino con le cascate interno all’hotel e poi vado da sola ad esplorare la zona intorno. Quando mi rendo conto che non mi voglio allontanare troppo e che qui il concetto di Vicinanza al mare è diverso che da noi, faccio ritorno in Hotel.
Il pomeriggio il ns accompagnatore è occupato, quindi veniamo “presi in carico” da un suo collega. E’ un ragazzo molto timido, parla poco inglese ( pochi giapponesi parlano inglese e se ci aggiungete anche qs loro timidezza congenita capirete che capirli quando parlano a volte è un bel problema…) Cosi di primo acchito ci porta a visitare un centro commerciale nella zona portuale di Tokyo ( e noi all’inzio non riusciamo a capire che ci andiamo a fare li….) ma appena, varchiamo il Raibow Bridge, che è un ponte fantastico, vediamo il mare , la ruota di Tokyo etc capiamo il perche….
All’interno di qs spazio immenso c’e uno spazio della TOYota dove la casa automobilistica presenta le sue novita, un piccolo mueso dell’auto con ambientazioni molto carine, un centro commerciale in stile Las Vegas. Per ristorarci dal ns shopping quasi maniacale, andiamo in un barettino che si affaccia direttamente sulla baia. E’ il tramonto, ed il ricordo delle luci della baia di New York scompare al cospetto di qs meraviglia…..Ma il meglio deve ancora venire: l’esperienza che portero per sempre nel cuore è qs cena tipica giapponese a bordo di una barchetta di legno all’interno della baia. Allora, verso il tramonto, i ns amici ( l’accompagnatore fidato nel frattempo era tornato) ci portano con un taxi al porto. Da qui , in una zona cosi cosi, ci fanno salire su una barchetta in legno, con all’esterno appese tante lucine di carta. Ci fanno accomodare seduti per terra, togliere le scarpe: c’e un grande tavolone di legno apparecchiato per 5 persone. POi la barchetta salpa alla volta della baia e vengono aperte le finestre… Ci si para davanti uno spettacolo che a parole non si puo descrivere… tutt’intorno migliaia di barchette di legno uguali prendono il largo… tra di loro ci sono anche yachts di lusso a bordo dei quali manager rigorosamente in camicia bianca e giacca nera, magari, festeggiano il loro ultimo successo. Sopra di noi il meraviglioso Raibow Bridge, in lontanaza la torre di Tokyo, il palazzo della TV nipponica, mille palazzi , hotels , uffici , migliaia di luci e lucine…si riflettono nelle calme acque del mare . Ci viene servita la cena…sushi, sashimi, tempura, un buon sake….Ci si avvicinano altre barchette come la ns. : in alcune si canta, si brinda… sulla ns c’e un atmosfera scherzosa, rilassante e cosi tremendamente armonia che non vorrei mai scendere…( decido pero che anche il karaoke in Giapponese non fa per me) ma il tutto finisce e si torna in hotel.
Sabato mattina è il ns ultimo giorno: piove.Decidiamo di fare un giro a GInza ( il quartiere degli acquisti chic). Qui nonostante il ns euro forte, gli acquisti sono decisamente cari…Nel pomeriggio andiamo invece a curiosare a Omotesando,. altra zona calda dello shopping… In vetrina tutti i migliori marchi della moda italiana, per le strade miglialia di belle ragazze vestite all’ultima moda, sfilano ed è un piacere guardarle. Hanno una grazia naturale. Ci infilamo in un centro commerciale chiamato OMOTESANDO HILLS progettato da un noto architetto giapponese , che è fatto a “gironi” se si vogliono visitare i negozi si cammina lungo la balaustra e si sale o si scende a seconda… Anche qui , come dovunque, regna sovrana un’armonia incredibile. I negozi sono bellissimi, curati nei minimi dettagli, non come i ns centri commerciali occidentali dove i negozi si assomigliano tutti per via dei franchising. Ogni negozio ha delle luci, dei colori e delle atmosfere che incantano.