Abbiamo visto “ Tutti pazzi per Rose “ regia di Régis Roinsard.
Ogni tanto il Cinema francese ci regala favole confezionate con grande eleganza e leggerezza. Basta ricordare “Il favoloso mondo di Amélie “ o il più recente “ The Artist “ di Michel Hazanavicius; adesso sulla loro falsa riga giunge, come una nuvola di zucchero filato, questo film dal titolo rimasticato in italiano ( “ Populaire “ è il titolo originale e allude alla marca della macchina da scrivere francese degli Anni Cinquanta ), campione di incassi oltralpe, candidato a 5 César e con una critica straniera e italiana che usa termini come “ Spumeggiante “ o “ Piccolo gioiello “ e scrivendo giudizi come “ Scene da antologia “ o “ Commedia romantica dai colori pastello “ . Questa ottima opera prima però è tutta forma e poca sostanza, c’è una leggerezza di tocco e una ricostruzione dell’epoca maniacale ma tutti gli argomenti seri trattati – come l’emancipazione della donna, la voglia di scegliere la propria vita senza condizioni, il maschilismo presente, il confonto Francia/Usa, il mondo che cambia velocemente, lo sfruttamento dei cinici proprietari della Populaire – sono raccontati con una tale evanescenza color pastello da sembrare solo da supporto ad una gara di giovani donne per chi batte a macchina più velocemente, prima in Francia e poi negli Stati Uniti.
Siamo nella Francia della fine degli Anni Cinquanta, una graziosa e determinata ragazza di 21 anni, Rose Pamphyle ( la convincente attrice belga Déborah Francois, vista tra l’altro in “ L’enfant “ dei fratelli Dardenne ), lascia il suo paesello in Normandia dove lavora nella bottega familiare e dove dovrebbe sposarsi col figlio del meccanico perché così ha deciso il padre, e raggiunge il capoluogo Lisieux: con un solo desiderio romantico, diventare una segretaria. Perché a quanto pare questo tipo di lavoro era quasi uno status simbol dell’epoca ( altro che Sartre, gli esistenzialisti e la Youcenar ). Rose deve subito combattere per ottenere un posto di lavoro tra un gruppo di ragazze solo apparentemente più determinate ed esperte di lei e grazie alla sua abilità nel battere a macchina viene assunta dal giovane datore di lavoro Louis ( Romain Duris, visto in Italia ne “ L’appartamento spagnolo “ ) che ha un’agenzia assicurativa. Da qui inizia uno strano rapporto tra i due, dove sembra che da un momento all’altro possa scoppiare l’amore, invece l’uomo si comporta in modo molto attento e scrupoloso con la sua segretaria, forse perché è ancora ferito dalla sua ex fiamma diventata la moglie del suo miglior amico. Ma l’uomo si fissa con Rose, non prevedibilmente per diventare il suo amante bensì perché vuole farla preparare per i campionati nazione di battitura a macchina: è convinto che Rose possa diventare campionessa. Diventa il suo allenatore e la fa gareggiare per il titolo francese e poi a Rose tocca di partecipare a quello mondiale a New York… Tra una gara e l’altra Rose si innamora sempre più del suo “ allenatore ” ma come accade in queste storie scoccherà l’amore reciproco dopo varie difficoltà.
Il film è confezionato con molta sapienza ( regia, montaggio, scenografie ), ha un cast ben costruito e Roinsard ha un’attenzione maniacale ai particolari e all’ambientazione, come la scelta delle musiche contribuisce a reggere il ritmo e a sottolinearlo. Ma il film resta tutta forma e poco contenuto, nella storia accade poco se non seguire il bel viso di Rose che si estenua nel battere a macchina freneticamente, un po’ troppo poco per annoverarlo tra quei film che abbiamo citato prima; resta nella seconda parte del film un senso di ripetitività e prevedibilità e l’happy end non inciampa nemmeno in qualche fraintendimento. Se volessimo essere critici, diciamo che è una bellissima confezione di qualcosa che abbiamo già. La coniugazione tra una pubblicità di un profumo francese e un film tra Amélie e Cenerentola.