Il filosofo tedesco scrisse un manualetto su come spiazzare gli incontentabili di professione – Prima regola: osare e stupire gli altezzosi, anche regalandogli (offesa delle offese) un libro – Perchè “regalare è un’arte pacifica, ma nei confronti degli snob va esercitata con metodi bellici”…
Fare un regalo a uno snob significa ingaggiare una partita a poker. L’anima dello snobismo è infatti il bluff. Se a dettare il bluff sia la sfrontatezza o la paura è difficile dirlo, qui non meno che nel poker. In ogni caso non si potrebbe commettere errore più grave che giocare in difesa, domandarsi timidamente: che cosa potrà eccepire sul necessaire da viaggio, che cosa dirà del disegno del pigiama, che smorfia farà davanti al Cointreau? Lo snob va provocato.
cover libro walter benjamin snob
Più sprezzante sarà solito passare in rassegna i doni natalizi, più en passant bisogna allungargli il proprio. Non gli si risparmino colpi bassi. I libri – regalarli solo incartati. Ripassare a matita il prezzo, in modo ben evidente. Ancor più importante della scelta del libro – e allo snob non si può fare regalo più aggressivo, più subdolo di un libro – è la mossa con la quale si farà rimbalzare come palla in rete il suo sguardo urbanamente indagatore. Knabenbriefe di Charlotte Westermann.
Resterà lì un po’ perplesso, con l’esile volumetto in mano. E a quel punto gli si dirà: «Regalo solo libri che io stesso posseggo. Ogni tanto torno a rileggerlo. All’autrice non ha procurato né fama né denaro, né ha avuto un seguito nella sua produzione letteraria, è rimasto soltanto un segno di riconoscimento tra pochi estimatori che lo hanno letto e non se ne sanno separare».
Come appare evidente, si eviterà così di fornire allo snob qualsiasi appiglio che gli faciliti l’esercizio della sua asociale professione. Si baderà dunque a non nominare in questo caso Conrad Ferdinand Meyer, come non si accennerà a Wedekind se, invece di quell’opera del Classicismo, si deporrà sotto il suo ramo di vischio (nei confronti dell’albero di Natale lo snob ha un totale rifiuto) ancora il libro di una donna – altrettanto dimenticato, ma stavolta appartenente in pieno al Decadentismo: il Pierrot im Schnee di Henriette Riemann. Si potrebbe sceglierlo a maggior ragione perché è un libro onestamente brutto e tuttavia interessante, espressione di un’epoca in cui dall’incontro-scontro fra la bohémienne e il libertino sprizzavano ancora scintille.
Più in generale: gli si regali pure quel che si vuole. Davanti al libro più desueto, più ingiallito, lo snob può ritrovarsi indifeso quanto davanti a Im Westen nichts Neues.
Da un solo errore ci si guardi bene. Di niente un sano snob ben allenato si avrebbe maggiormente a male che dell’attenzione rivolta al suo proprio campo di interessi. Lì avrebbe gioco facile. In questo caso ci si potrà permettere tutt’al più una lieve canzonatura. Se si tratta di un politico, gli si regali Bella, il vero «libro degli snob» della politica. Se è un regista, gli toccherà un manuale di liturgia.
Se si intrattengono rapporti con qualcuno di quei signori che sono stati capaci di forzare il caveau di Wittenbergplatz (c’è da scommettere che si è trattato di snob), allora gli si regali Il libro del fai da te. O magari si è invitati per il Natale in una tenuta di campagna. Il proprietario della tenuta è uno snob sfegatato e non s’interessa d’altro che delle sue serre.
Bisognerebbe essere ottusi quanto lui per presentarsi con letteratura sull’argomento o addirittura con antichi e preziosi atlanti di parchi celebri. Ma una novelletta pubblicata molti anni fa da Reiss lo scuoterà fino alle radici del suo albero genealogico.
Titolo: Die Menschenzwiebel Kzradock oder der frühlingsfrische Methusalem. Se per giunta è padre di famiglia e ha bambini, gli si regali pure (a lui, non ai figli) il più bello tra tutti i nuovi libri per l’infanzia: Das Zauberboot. Veda lui, ora, come sbrogliarsela con i suoi figli durante le feste. Con le buone, quel libro, non se lo lascerà certo levare di mano.
Regalare è un’arte pacifica. Ma nei confronti dello snob va esercitata con metodi bellici. Certo, potrebbe sorgere qualche complicazione: quando lo snob è una persona che amiamo. Per questa situazione eccezionale esistono tuttavia eccezionali numi tutelari.
Sono i classici dello snobismo, i grandi autori che niente atterriva, nel loro scrivere, quanto il pensiero di poter fare brutta figura agli occhi dello snob che celavano in sé – «le serpent», lo definì Baudelaire in una sua poesia. Stendhal e Thackeray sono i più grandi. Si potrebbe regalarli in una vecchia edizione. E, volendo fare di più, scriverci dentro, con grafia rotonda: «Natale 1929, dalla tua…».