Gentilissimo Walter Veltroni, non ho mai avuto la fortuna di conoscerla, e probabilmente lei non ha idea di chi io sia. Sono una persona della sua generazione, un insegnante che da molti anni rivolge attenzione soprattutto ai giovani.
Leggo nell’intervista a La Repubblica che Lei è molto preoccupato per l’avanzata della destra e per i pericoli di crescente aggressività fascista. La capisco. Dirò di più, io credo che coloro che (come me, non come lei) hanno partecipato alle lotte sociali e si sono attivate per l’accoglienza degli stranieri e hanno alzato la voce contro il razzismo, debbano preoccuparsi non solo per la democrazia in generale, ma anche per la vita quotidiana.
Diversamente da lei non ho aspettato il dicembre 2017 per vedere l’onda nera. La vedo da quando, nel 1993 la Germania di Kohl e il Vaticano di Wojtila spinsero la Yugoslavia verso la guerra civile e verso il fascismo. Ora, finalmente, la vede anche lei, e di questo mi congratulo. Ma se posso chiederle qualcosa, mi perdoni, le chiederei di starsene zitto, magari di andare in Africa come aveva promesso di fare qualche anno fa.
Il problema è che tra i giovani senza futuro tra i cinquantenni scaraventati fuori dal mondo del lavoro, e i sessantenni costretti a continuare a lavorare fino allo sfinimento, la decisione di votare a destra è anzitutto una vendetta contro quelli come lei.
“Quelli come me?” la vedo chiedermi “Cosa vuol dire quelli come me?”
Glielo spiego subito: quelli come lei sono coloro che ci hanno presentato Sergio Marchionne come un esempio da seguire.
Se c’è qualcuno che ha preparato l’affermazione del fascismo che ora dilaga inarrestabilmente in tutta Europa, è lei, e quelli come lei. Come Tony Blair che ha portato a conclusione l’opera di Thatcher di distruzione del sistema pubblico inglese. Come Gerhard Schröeder che prima di fare il consulente per Gazprom ha provocato un’ondata di precarietà e miseria tra i lavoratori giovani tedeschi con la legge Harz IV. Come François Hollande che ha promesso di difendere il salario e i diritti dei lavoratori poi una volta eletto ha imposto con la forza la legge El Khomri, che attacca i diritti acquisiti dai lavoratori e punta a imporre condizioni di precarietà.
Gentilissimo Walter Veltroni, se trova il tempo per farlo, le consiglio di ascoltare con attenzione il proclama letto dal giovane nazi skin che è entrato nei locali di Como senza Frontiere. Lo ascolti bene, perché se lo ascolta con attenzione capirà. Capirà che quel povero ragazzo ignorante esprime la frustrazione di milioni di persone che i “democratici” hanno consegnato alla violenza finanziaria, e trasforma la frustrazione in rabbioso razzismo dei perdenti (proprio come accadde in Italia e in Germania circa novant’anni fa).
Capirà che la ragione per cui milioni di giovani odiano lei, la democrazia e la stessa umanità, sta nel fatto che il salario di oggi è la metà di quello che era venti anni fa grazie ai governi di centrosinistra e grazie ai partiti democratici.
Capirà che in Europa come in America quel che i lavoratori e i giovani vogliono oggi è solamente la vendetta: la vendetta contro chi venti, dieci, cinque anni fa è andato al governo con i loro voti, e in cambio gli ha tolto tutto: i soldi per mandare i figli a scuola, la scuola pubblica, la sanità pubblica, la pace, il futuro e la speranza. Questo è quello che avete fatto voi democratici col vostro amico Sergio Marchionne.
La vendetta, purtroppo, non vuole sentire ragioni, e per questo ha già vinto. La vendetta è foriera di disastri, ma di quei disastri dobbiamo fin da ora ringraziare quelli come lei.
È quindi inutile fare appelli ragionevoli e continuare le politiche di devastazione sociale. Hanno vinto, io lo capisco ascoltando i discorsi degli studenti, leggendo i messaggi che ricevo in Facebook.
È bene sapere che la bestia è riemersa, e prepararsi. Prepararsi come? Inventando una cultura e una comunicazione che siano capaci di comprendere il nazi e di parlargli, e soprattutto battendosi per la redistribuzione del reddito, per il salario di cittadinanza, per la riduzione del tempo di lavoro-vita. A questo scopo occorre chiudere col fiscal compact e riprendersi le risorse che quelli come lei hanno consegnato al sistema bancario. Con quelle risorse potremmo ricostruire una società solidale, e potremmo sostenere una politica di accoglienza che interrompa l’Olocausto che il suo collega Minniti ha scatenato nel bacino Mediterraneo.
Ecco, caro Veltroni: di lei non c’è bisogno. Lei è oggetto di odio e di disprezzo per la grandissima maggioranza delle persone per bene, e naturalmente anche di tutte le persone per male che sono diventate per male grazie a quelli come lei.
Franco Berardi Bifo