Abbiamo visto “American Hustle – l’apparenza inganna “ regia di David O. Russell.
Ha ricevuto ben 10 candidature all’Oscar ma crediamo che possa competere al massimo a due o tre statuette, quella della migliore sceneggiatura ( anche se un po’ troppo densa e in alcuni passaggi appesantita ), forse per i migliori costumi e forse come miglior cast ( ma non c’è questo premio nello specifico ). Altrimenti non vincerà nulla e sinceramente non resterà nelle Enciclopedie del cinema tra i migliori film del genere ‘ i signori della truffa ‘.
Secondo noi è un film sopravvalutato, con una scelta narrativa coraggiosa ma che rende la storia a volte noiosa, in alcuni passaggi si avvita su se stessa, a volte coniuga leggero e pesante che risulta controproducente. Di film su truffatori e truffe il cinema ne ha prodotte molte, anche agli antipodi, da “ La stangata “ a “ La casa dei giochi “, da “ Paper Moon “ a “ Prova a prendermi “, questo “ American Hustle “ cerca una nuova via che racconta di imbroglioni e imbrogliati che non sono molto differenti tra loro e che hanno tutti delle vite private talmente squallide, nevrotiche e ossessive da risultare classici e modesti borghesi: una chiave di lettura è che non fa particolare differenza tra i truffatori ( per stereotipo ‘ simpatici ‘, ‘ empatici ‘ con cui solodarizziamo e tifiamo ) e i ‘ cattivi ‘ che in fondo sono solo dei corrotti senza particolare perfidia o antipatia; nemmeno il cameo di De Niro invecchiato inutilmente ( è già vecchio di suo ) come mafioso assassino fa particolarmente paura, è più il regista che ci dice che è veramente un criminale. Ma a onor del vero ci sono alcuni lati molto positivi di questo film, l’ambientazione anni settanta con i suoi abiti e le sue scenografie e soprattutto c’è un cast ben amalgamato che rende al meglio: è grazie alla bravura e alla credibilità dei protagonisti che anche le scene più fiacche e ovvie riescono ad essere credibili, riescono a iniettare sentimenti veri e poco esplorati nel dramma e nelle sue variabili grottesche; ed anche l’ironia su certo squallore ben descritto riesce a far solidarizzare il pubblico sia con i ‘ buoni ‘ che con i ‘ cattivi ‘. Ed a questo dobbiamo aggiungere che alcuni passaggi psicologici dei protagonisti risultano originali nelle loro contraddizioni nevrotiche.
“ America Hustle “ è ambientato nel Jersey a metà degli Anni Settanta e racconta ( non sappiamo con quanta precisione ) dell’operazione Abscam, un’operazione che effettivamente è stata fatta dall’F.B.I. e che portò all’arresto di alcuni membri del Congresso e del sindaco di Camden, una piccola città squattrinata del Jersey, per corruzione. Operazione che l’F.B.I. ha svolto e portato a termine grazie a due truffatori professionisti costretti a collaborare altrimenti sarebbero finiti in carcere per l’appunto per truffa. I due truffatori sono Irving Rosenfeld e Sydney Prosser ( i bravissimi Christian Bale e Amy Adams ), lui è un uomo quasi quarantenne, grassoccio, malato di cuore, nato per gli imbrogli ( da bambino aveva iniziato a rompere i vetri dei negozi per far guadagnare un po’ di soldi al padre vetraio senza soldi ) e abile nelle truffe ma con una vita sentimentale nevrotica e a pezzi: è sposato con una donna che sembra svampita ma è solo infelicissima ed ha un figlio che non è il suo ma di cui vuol fare a forza il padre; lei invece è un’affascinante imbrogliona consapevole del suo grado di trasgressione e pronta a tutto per i soldi. Iniziano una relazione e compiono truffe assieme ma vengono ‘ beccati ‘ dall’agente federale Richie DiMaso ( un ottimo Bradley Cooper ), un giovane ossessionato dalla carriera in modo quasi allucinato ma in realtà anche lui fugge dalla sua vita privata, ad oltre trent’anni vive ancora con la mamma ed è fidanzato con una ragazza che più insignificante non si potrebbe e si mette i bigodini per farsi i capelli ricci. Irving, Sydneye Richie devono quindi lavorare assieme per corrompere il buon sindaco di Camden, ma l’affare si ingrossa anche a loro insaputa e quindi compaiono mafiosi, una capomafia che viene da Miami ed anche dei deputati che si fanno corrompere per aiutare un finto arabo ad avere la cittadinanza americana in modo che possa finanziare la ristrutturazione di un polo di casino ormai chiusi e abbandonati. Ma gli imprevisti e le variabili sono tante anche per colpa della moglie di Irving, una bella casalinga disperata, angosciata e viziata che finirà per mettere nei guai il marito e si fidanzerà con un mafioso. I due truffatori si rendono conto che per loro la situazione si sta facendo difficile comunque, da un lato l’F.B.I che li potrebbe rimandare in carcere e dall’altra i mafiosi che se scoprono l’imbroglio alla fine se la prenderanno solo con loro due e allora devono inventarsi un trucco che li salverà…
Sulla storia c’è un’intenzione un po’ vaga di analizzare il rapporto tra realtà e finzione e le loro sfumature, ma il tutto è più un desiderio intellettuale di chi vi scrive che non una dichiarazione di intenti del regista. Russell non è Scorsese ( lo citiamo perché il regista prova ad imitarlo in alcune inquadrature-piani sequenza ) tantomeno il primo Mamet e solo un buon artigiano del cinema, bravo nella scelta e nella direzione degli attori, nell’attenzione ai costumi, alle scenografie e alla colonna sonora ma non è certo un’autore di spessore. Quindi la ‘ follia ‘ che racconta e che potrebbe esplodere creativamente e felicemente mostra un’indecisione di fondo e più che raccontarla la dichiara, cadendo in convenzioni e in formalismi già visti. E‘ un po’ come quei comici che dicono una battuta ridendo prima che faccia ridere.
Classe 1958, Russell è un regista iperattivo e prolifico ha esordito nel 1994 con Spanking the Monkey (premio del pubblico al Sundance Film Festival), commedia che racconta una relazione incestuosa tra un brillante studente universitario e la madre depressa. Realizza poi altri 11 film tra i quali “ Amori e disastri “ nel 1996, nel 1999 realizza “ Three King “, una commedia di guerra ambientata all’indomani della Guerra del Golfo. “ Il lato positivo “ è tra gli ultimi film realizzati ( 2012 ) e dopo “ American Hustel “ uscito negli Usa a dicembre ha gia realizzato “ The Ends of the Earth “.