PIOVONO PIETRE

“Potrebbe andar peggio” pensa Sandra Bullock mentre galleggia nel vuoto, dispersa nell’infinito. “Potrebbe piovere”. È a quel punto che si scatena una tempesta di meteoriti… Non va esattamente così, ma rende l’idea. E se volete un film da vedere questa settimana, la scelta va senza dubbio su Gravity, il film di Cuaron che ha aperto la mostra del Cinema di Venezia e che ora è nelle sale. I pareri che ci sono giunti da lì ci consentono di consigliarlo senza paura di deludere sia chi ama il cinema mainstream, sia chi cerca percorsi e riflessioni autoriali.
Anche il film di Luchetti arriva da un festival: quello di Toronto. E anche questa sembra essere una buona scelta: il regista di La nostra vita e di Mio fratello è figlio unico torna a parlare di famiglia e lo fa questa volta tentando una strada ancor più personale: sia dal punto di vista formale – dove è conclamata una scelta di ricerca più ardita – sia dal punto di vista dei contenuti, visto che la narrazione, che ci porta nel cuore degli anni ’70, ha un forte contenuto autobiografico.
Tolti questi due film “raccomandati” – il primo sicuramente destinato a conquistare un buon piazzamento al botteghino, il secondo fortemente motivato a competere – anche gli altri titoli offrono alcune visioni interessanti: le trovate in dettaglio linkate qui sotto.

IN SALA

Anni felici

Vista o perlomeno giudicata solo da Pedro Armocida firma di FilmTv, l’ultima opera di Luchetti passa l’esame a pieni voti. La pellicola, dice il critico, “cresce durante la visione a seguire un percorso narrativo che, soprattutto alla deflagrazione dei sentimenti familiari, convince, diventa autobiografia toccante, si riflette in immagini senza una fine”.

Gravity

Cuaron è regista da piroette, anzi da salti mortali: passa da Harry Potter a questo film fantascientifico che – lo dice Mario Sesti – è una sfida che avrebbe attratto anche Kubrick. Ed è un sfida ampiamente vinta, ce lo confermano lo stesso Sesti e Spaggy: un film mainstream che coniuga autorialità e spettacolo. Merce rara

Love, Marylin

Non capita spesso vedere così poca simpatia nei confronti di un documentario, genere “impegnato” che viene frequentemente trattato dalla critica con una certa indulgenza. Ilaria Feole è impietosa, gli affibbia una misera stelletta e aggiunge “il risultato, più che un omaggio, è simile a un’autopsia sul corpo già abusato di una dea pagana.”

Corpi da reato

Se infondere buonumore ha valore allora questo film potrebbe anche meritarsi qualche scheggia di gradimento in più rispetto all’arida rappresentazione sintetica che viene offerta dalle stelle. Ogm ed Ilaria Feole ci parlano, infatti, di due reginette della commedia dalla chimica innegabile che riempiono la scena di idee, battute, movimenti a sorpresa e spunti caricaturali al limite del surreale. Andate e divertitevi.

Il cacciatore di donne

La storia del serial killer Robert Christian Hansen, personaggio reale che sta scontando 400 anni di carcere, non è la biografia di un assassino e forse non è anche davvero un giallo. Se a fronte di una storia e un’ambientazione che, per OGM, sembra possedere una certa tenuta, sono gli aspetti più cinematografici a rappresentare i punti deboli con “dialoghi poveri, sceneggiatura fragile, direzione e fotografia senza alcuna ispirazione (Barone Cefalu)”.

Las Acacias

Piccolo, garbato, grazioso. Queste sono le parole chiave per definire l’opera d’esordio del regista Pablo Giorgelli. Una modestia che conquista la firma della community Pazuzu ma che pare viziata da un minimalismo programmatico al più severo Sangiorgio. A Cannes ha vinto la Camera d’Or per la migliore opera prima, nell’ormai “lontano” 2011.

 

 

 

 

In uscita 8 film, i due italiani non li segnaliamo nemmeno.  Basta pieraccionate ( Sarebbe stato facile ) basta mocciate ( Universitari ).   Per gli altri segnalazioni per il film della Coppola ( ma non al suo meglio ) e “ Lo sconosciuto del lago “, ben scritto, ben diretto e con dei nudi maschili ‘ scandalosi ‘.  Chi ama i film thriller, allora non c’è che  “ Redemption “ buon film un po’ troppo denso.  Se invece volete vedere qualcosa fuori dai clichè allora “ La fine del mondo “ fa per voi.

Buone visioni e buona fortuna.

 

LO SCONOSCIUTO DEL LAGO

Regia di Alain Guiraudie.  Con Pierre de Ladonchamps, Christophe Paou.  Poliziesco, dur. 97 min.  Francia, 2013.

Un lago d’estate e una spiaggia di soli uomini, circondata da una boscaglia deputata agli incontri sessuali tra gli stessi. Qui, all’inizio della stagione, Franck conosce Henri, separatosi di recente dalla moglie, che siede ogni giorno di fronte all’acqua, semplicemente in cerca di serenità, e, dopo pochi giorni, incontra Michel, per il quale prova immediatamente una forte passione. Michel è un ottimo nuotatore, un amante prestante e un uomo estremamente pericoloso. Franck lo sa, ma non si tira indietro e s’innamora di lui.

 

BLING RING

Regia di Sofia Coppola.  IsraelBroussard, Katie Chang, Taissa Farmiga.  Drammatico, dur. 90 min.  USA/G:B/Francia/Giappone, 2013.

Un gruppo di adolescenti si dedica a Los Angeles a un’attività piuttosto inconsueta. Irresistibilmente attratti dal glamour della vita delle star individuano le loro abitazioni e, in loro assenza, rubano tutti gli oggetti che, ai loro occhi, appaiono come stauts symbols. Prima di essere individuati dagli investigatori avevano già accumulato una refurtiva di più di tre milioni di dollari; tra le loro vittime ci sono stati (si tratta di fatti realmente accaduti) Paris Hilton e Orlando Bloom.

 

LA FINE DEL MONDO

Regia di Edgar Wright.  Con Simon Pegg, Nick Frost.  Azione, dur. 109 min.  – G.B., 2013.

Gary King ha toccato l’apice della sua esistenza nel 1990 quando con i suoi amici ha tentato di battere in una sola notte i pub di Newton Heaven in un tripudio di aneddoti e ubriacatura, finito senza aver completato il giro (l’ultimo pub, mai raggiunto, si chiama The World’s End) ma comunque in gioia. Vent’anni dopo Gary è un adulto irrisolto, che vive nel passato, fuori da ogni regolarità o da ogni canone di “inserimento nella società” e raccontando la sua esperienza in un gruppo di autoaiuto capisce di doverlo rifare, ritrovare il vecchio gruppo di amici, rimetterli insieme e questa volta battere davvero tutti i pub in una notte. Quello che succederà nel tentare di farlo metterà il gruppo di 5 amici a confronto con una realtà imprevedibile, un incredibile rivoltamento di tutto ciò che sapevano in grado di lasciar emergere il loro vero spirito.

 

SOTTO ASSEDIO

Regia di Roland Emmerich.  Con Channing Tatum, Jamie Foxx.  Azione, dur. 137 min. – USA, 2013.

Durante una visita guidata dentro la Casa Bianca dell’aspirante agente della sicurezza Cale e sua figlia, un gruppo di uomini armati e ben coordinati conquista l’edificio e prende in ostaggio il presidente Sawyer, uccidendo o lasciando scappare tutti gli altri. Tutti tranne Cale, rimasto dentro per recuperare la figlia chiusa in bagno durante l’attacco. In breve Cale diventerà l’unica speranza del governo degli Stati Uniti di salvare il presidente ed evitare che tutta la zona venga rasa al suolo, per impedire il lancio non autorizzato di testate nucleari verso altre potenze.

 

REDEMPTION – IDENTITA’ NASCOSTE

Regia di Steven Knight.  Con Jason Statham, Agata Buzek, Vichy McClure.  Thriller, dur. 100 min. – USA/G.B. 2013.

Fuggito da un ospedale militare in cui era stato ricoverato durante una missione in Afghanistan, Joey Smith vive insieme ad altri senzatetto tra le strade di una Londra livida e scura per evitare la corte marziale. Una notte, per seminare dei balordi, forza una finestra, trovandosi dentro ad un lussuoso appartamento il cui proprietario tornerà soltanto alcuni mesi dopo. Da qui il miraggio di una nuova vita e di un nuovo avvenire. Dapprima cuoco in un ristorante, diventa gangster per quella mafia cinese che presto scopre in lui insospettate attitudini alla lotta e alla freddezza. Mentre sorella Cristina, una suora conosciuta alla mensa dei vagabondi, si avvicinerà a lui sempre di più, Joey cerca una personale via di giustizia. O forse la redenzione.

 

 

Almeno sette uscite in questa settimana, ancora niente di particolarmente interessante.  Anche se esce “ Sacro Gra “ premiato a Venezia, da parecchi non è ritenuto un gran film; esce anche un film tratto dal romanzo del mito Bolano – a voi il giudizio -; un film da segnalare per la sua bellezza formale e per i luoghi magici è  “ The  Grandmaster “ diretto da Wong Kar-wai, sul maestro di Bruce Lee.  C’è anche una commedia francese che alcuni critici hanno elogiato per la scrittura e la leggerezza “ Un piano perfetto “.  Buone visioni a tutti.

 

SACRO GRA

Un film di Gianfranco Rosi.  Documentario, dur. 93 min. – Italia 2013.

Ai margini del Grande raccordo anulare di Roma ( GRA ), alcune vite laterali: un nobile piemontese decaduto che vive con la figlia in un appartamento e accanto c’è un dj indiano; poi c’è un pescatore d’anguille, un esperto botanico che combatte per la sopravvivenza delle palme, un paramedico con una madre affetta da demenza senile, delle prostitute transessuali, un nobile che vive in un castello affittato come set per fotoromanzi, alcuni fedeli che osservano un’esclisse al Divino Amore attribuendola alla Madonna e delle ragazze immagine di un bar.
Le diverse storie sono una specie di road movie che sfiora solo umanità senza  attraversare e approfondire nulla,  quasi una regia in transito come è il GRA.

 

IL FUTURO

Regia di Alicia Scherson.  Con Manuela Martelli, Nicolas Vaporidis, Rutiger Hauer.  Drammatico, dur. 90 min,  Italia, Cile, Spagna, Germania, 2013.

Tratto da “Un romanzetto lumpen”, scritto dall’autore mito cileno Roberto Bolaño     ( 1953-2003 ) durante un soggiorno a Roma, ecco il terzo lungometraggio di Alicia Scherson in una coproduzione internazionale.

Gli adolescenti cileni Bianca e Tomas, dopo aver perso i genitori in un incidente stradale si trovano a dover gestire la propria esistenza senza nessuno su cui poter contare.  A poco servono le sporadiche visite di un’assistente sociale. Ben presto, Il Libico e Il Bolognese, due ragazzi conosciuti da Tomas nella palestra in cui ha cominciato a lavoricchiare, si instaurano nella loro casa romana con un fine ben preciso: sfruttare l’avvenenza di Bianca per conquistare la fiducia di un vecchio attore di pellicole mitologiche che hanno intenzione di derubare.

 

RUSH

Regia di Ron Howard.  Con Chris Hemsworth, Daniel Bruhl, Pierfrancesco Favino.   Sportivo, dur. 123 min. – Usa, Germania, G.B. 2013.

Due campioni-mito dell’automobilismo degli Anni Settanta, l’austriaco Niki Lauda e l’inglese James Hunt.  Le loro vite da quando si incontrano per la prima volta sui circuiti di Formula 3. Uno è metodico, razionale, non particolarmente simpatico; l’altro è un playboy, che si gode la vita e corre come se non ci fosse un domani. La loro rivalità diverrà storica e segnerà una stagione incredibile della Formula 1, fatta di drammi indelebili e miracolose riprese.

 

YOU’RE NEXT

Regia di Adam Wingard.  Con Sharni Vinson, Nicholas Tucci.  Horror, dur. 96 min. – Usa, 2011.

Declinato in salsa horror, il sottogenere “home invasion” ha con You’re Next una delle sue più chiare applicazioni: all’interno della sua stessa casa, una famiglia diventa oggetto di un inspiegabile massacro da parte di uomini, col volto coperto da maschere raffiguranti animali, armati di mazze e balestre. Una coppia borghese,  Paul e Aubrey Davison, decidono di festeggiare l’anniversario di matrimonio nella   villa di campagna. Invitano i tre figli maschi con le rispettive compagne e la figlia femmina con il nuovo fidanzato. Una volta a tavola un battibecco tra fratelli si trasforma in lite fino a quando una freccia scagliata da fuori non colpisce in fronte uno dei commensali.

 

UN PIANO PERFETTO

Regia di Pascal Chaumeil.  Con Diane Kruger, Dany Boon.  Commedia, dur. 104 min. Francia, 2012.

Grandissimo successo in Francia l’anno passato, la storia è divertente e un po’ inverosimile.  Una maledizione perseguita le donne di casa Lefebvre: il loro primo matrimonio è destinato a finire male. Ecco allora che la bella Isabelle in un recente passato ha deciso, con la collaborazione della sorella, di mettere in atto un piano audace: attaccarsi alle costole di un uomo privo di attrattive, farsi sposare e divorziare subito dopo per convolare a seconde nozze con l’amore della sua vita. Peccato però che la sua preda sia Jean-Yves Berthier, redattore di guide turistiche, che la trascinerà prima in Africa e poi in Russia. Ma Isabelle, nonostante tutto, sembra decisa a non mollare.

 

THE GRANDMASTER

Regia di Wong Kar-wai.  Con Tony Leung, Ziyi Zhang.  Biografico, dur. 123 min. – Cina 2013.

Ip Man, colui che diventerà il maestro di Bruce Lee, vive a Fo Shan, nel sud della Cina dove pratica le arti marziali come personale passione. In seguito alla guerra cino-giapponese che sconvolge le province del nordest del Paese, il Grande Maestro Gong Baosen è costretto a trasferirsi a Fo Shan dove tiene la cerimonia del proprio addio alle arti marziali. Viene raggiunto da Gong Er, figlia a cui ha insegnato una tecnica letale. Ip Man e Gong Er si conoscono in questa occasione. La domanda che percorre il mondo del kung fu è: chi diverrà il successore di Gong Baosen?

 

 

 

Inizia una nuova stagione cinematografica, escono ben 8 film tra cui  2 documentari in cui la nostalgia e la malinconia la fanno da padroni ( il film di Scola su Fellini e quello di Loach sul come eravamo ); non esce ancora il vincitore di Venezia “ Il Santo GRA “ ma è sugli schermi il film italiano “ Via Castellana Bandiera “che ha visto Elena Cotta ottenere la Coppa Volpi come Migliore Attrice a venezia.  Qualcosa si muove, ma a quanto pare c’è ancora da aspettare per i film importanti o necessari.

Mood Indigo – La schiuma dei giorni.

Regia di Michel Goungry.  Con Romain Duris, Audrey Tautou.  Drammatico, dur. 125 min.  Francia/Belgio, 2013.

Secondo Queneau “La schiuma dei giorni” è il più straziante dei romanzi d’amore di Boris Vian.  Una storia semplice che sviluppa i   personaggi in un universo poetico dove amore, malattia e morte si esibiscono sulle note jazz e nel mood indaco di Duke Ellington.

Colin è un giovane uomo ricco che trascorre le sue giornate in una casa e in una città surreali.  Vive senza che debba lavorare, è accudito da un topo e da un cuoco che cura una cucina ‘decorativa’. A una festa Colin conosce e si innamora di Chloé, a cui chiede   la mano e il cuore.  Colin però impegna tutto il suo denaro in fiori di dolorosa bellezza per contrastare l’effetto esiziale di una ninfea letale che vorrebbe soffocare l’amata. Addolorato e sempre più povero, comincia a lavorare mentre la casa intorno a lui si restringe e il mondo impazzisce inghiottendo tutti quelli che ama…

 

Via Castellana Bandiera.

Regia di Emma Dante.  Con Elena Cotta, Emma Dante, Alba Rohrwacher.  Drammatico, dur. 94 min.  Iralia/Svizzera, 2013.

Opera prima di Emma Dante, dall’esperienza teatrale e circondata da un’aureola di autorialità alta.  Film al femminile, c’è Samira donna anziana con un grande dolore: ha perso sua figlia, uccisa dal cancro e da una vita faticosa nella periferia di Palermo; c’è Rosa con un passato drammatico e da dimenticare e una madre da abbandonare.  Una domenica pomeriggio calda e assolata, con lo scirocco che soffia senza pietà su Palermo, Rosa e l’amica Clara, sono venute per festeggiare il matrimonio di un amico, si perdono nelle strade della città e finiscono in una viuzza, una specie di budello: Via Castellana Bandiera.  Un’altra macchina, guidata da Samira e con dentro ammassata la famiglia Calafiore, arriva in senso contrario ed entra nella stessa strada. Né Rosa, al volante della sua Multipla, né Samira, donna testarda alla guida della sua Punto, intendono cedere il passo l’una all’altra.  Chiuse nelle loro auto, le due donne si affrontano in un duello muto che si consuma nella violenza intima degli sguardi. Una sfida tutta al femminile punteggiata dal rifiuto di bere, mangiare e dormire, più ostinata del sole di Palermo e più testarda della ferocia degli uomini che le circondano.

 

Che strano chiamarsi Federico.

Regia di Ettore Scola.  Documentario-biografico, dur. 90 min.  Italia, 2013.

Omaggio tenero e affettuoso di Ettore Scola a Federico Fellini a quasi vent’anni dalla scomparsa.    Un ricordo che un ottimo regista amico fa ad un altro, maestro incontrastato.  Non è un documentario perfetto e si notano alcune scivolate, ma la nostalgia e l’affetto contagiano   lo spettatore.  Dopo una lunga parte iniziale, nella quale si ricostruisce l’arrivo di Fellini a Roma, l’entrata nella redazione della rivista satirica Marc’Aurelio,  la storia ci racconta il dietro le quinte del Fellini già adulto e famoso: i suoi pellegrinaggi notturni in auto, con lo stesso Scola e con personaggi presi dalla strada come passeggeri e interlocutori, sono il mezzo per ascoltare la   voce del regista – presa da alcune interviste – e i suoi pensieri sull’arte, sul cinema, sulle donne, su sua moglie Giulietta Masina e sul suo alter-ego Marcello MastroianniSul finale, si torna alla malinconia e al dolore per la perdita di un amico che in qualche modo continua a vivere, ma sempre con la voglia di fare una festa, di inneggiare alla vita e all’arte, di salire su una giostra.
The Spirit of  ’45.

 

Regia di Ken Loach.  Documentario, dur. 94 min.  Gran Bretagna 2013.

Cosa è lo spirito del ’45 ?  Secondo il regista Ken Loach, era ” un’idea nobile, popolare e acclamata dalla maggioranza della popolazione “: un moto di solidarietà sociale nato dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale e improntato alla condivisione e al mutuo soccorso. Attraverso immagini d’archivio e interviste a chi l’ha vissuto, Loach racconta quel momento storico in Gran Bretagna, le conquiste sociali raggiunte e il loro successivo smantellamento a partire dal governo Thatcher.  Testimonianze degli anziani ex minatori, metalmeccanici, ferrovieri, portuali, postini e infermieri che fanno da narratori di questa storia di speranza e disillusione.
Loach ci racconta l’ascesa del movimento socialista come una lotta fra Davide e Golia che ha permesso ad Aneurin Bevan, leader del partito laburista, di portare la voce dei lavoratori in Parlamento. Nascevano così il Servizio sanitario nazionale (e il passaggio dalla cura alla prevenzione), la nazionalizzazione dei trasporti e delle forniture di gas ed elettricità, il piano per la casa, e così via. Tutte pietre miliari che i fautori dell’ascesa socialista non avrebbero immaginato di vedere rimosse, una dopo l’altra, trent’anni dopo…

 

L’arbitro

Regia di Paolo Zucca.  Con Stefano Accorsi, Geppy Cucciari.  Commedia, dur. 90 min.  Italia/Argentina, 2013.

Nel 2009 L’arbitro, di Paolo Zucca, vince il premio come miglior corto ai David di Donatello. Nel 2013 diventa un lungometraggio e arriva alla Mostra di Venezia nella sezione Giornate degli autori. Il regista ha gonfiato la storia in un lungometraggio che funziona da grande prequel.  Opera prima di un certo valore ma ch non verrà inserito nelle enciclopedie del Cinema.

L’Atletico Pabarile, la squadra più scarsa della terza categoria sarda, viene umiliata come ogni anno dal Montecrastu, la squadra guidata da Brai, arrogante fazendero abituato a vessare i peones dell’Atletico in quanto padrone delle campagne. Il ritorno in paese del giovane emigrato Matzutzi (Jacopo Cullin) rivoluziona gli equilibri del campionato e l’Atletico Pabarile comincia a vincere una partita dopo l’altra, grazie alle prodezze del suo novello fuoriclasse. Le vicende delle due squadre si alternano con l’ascesa professionale di Cruciani (Stefano Accorsi), ambizioso arbitro ai massimi livelli internazionali, nonché con la sottotrama di due cugini calciatori del Montecrastu, coinvolti in una faida legata ai codici arcaici della pastorizia. Matzutzi riesce a fare breccia nel cuore di Miranda (Geppi Cucciari), la figlia dell’allenatore cieco Prospero (Benito Urgu), mentre l’arbitro europeo Cruciani si lascia coinvolgere in una vicenda di corruzione…

 

Una fragile armonia.

Regia di Yaron Zilberman.  Con Philip Seymour Hoffman, Christopher Walken.  Drammatico, Usa, 2013.

Opera prima del documentarista Yaron Zilberman, è una storia costruita su una malattia imprevedibile con la necessità programmatica di osservare le cose da più punti di vista per non farsene travolgere. I punti di vista sono personali e professionali di quattro artisti inseparabili nella vita come sul palcoscenico, chiamati a prendere coscienza del momento drammatico, a ripensarsi e a ripartire trasformati.  Emotivamente si perdono muovendosi nella vita come nell’Opera 131 di Beethoven, che vogliono eseguire alla prossima esibizione. E come la celebre partitura, il film apre con una fuga che procede e sperimenta la composizione dei parametri (ritmo, melodia, armonia) fino quasi al punto di rottura

Peter Mitchell è un violoncellista, vedovo inconsolabile di un mezzosoprano, Daniel Lerner è primo violino con l’ossessione della perfezione, Robert Gelbart è secondo violino col complesso del numero due, Juliette Gelbart è violista e moglie insoddisfatta di Robert. Insieme compongono un celebre quartetto d’archi che da venticinque anni raccoglie applausi e consensi in tutto il mondo. Il Parkinson diagnosticato a Peter getta il gruppo nel panico e nello sconforto. Alla vigilia di una nuova stagione dovranno fare i conti con la malattia di Peter…

 

Il potere dei soldi

Regia di Robert Luketic.  Con Harrison Ford, gary Oldman.   Drammatico, dur. 115 min.  Usa, 2013.

” Paranoia “, un romanzo di dieci anni fa di Joseph Finder, è l’ispirazione di questo adattamento cinematografico, nel quale la grandezza del cast e la pochezza del risultato si scontrano senza via di scampo

Adam Cassidy è un giovane ambizioso e talentuoso, che vorrebbe far carriera in una grande azienda di telecomunicazioni e lasciarsi alle spalle i problemi economici che affliggono la sua famiglia. Una bravata, compiuta sulla scia di una grossa delusione, lo mette però in un guaio più grande di lui. Il magnate Wyatt, suo ex datore di lavoro, lo ricatta obbligandolo a farsi assumere dalla concorrenza per rubare il prototipo di un nuovo telefono che rivoluzionerà il mercato. Adam non ha scelta, ma gli altri non hanno scrupoli.

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