Sebbene sia saltata l’edizione 2020, il Festival di Cannes ha voluto presentare la sua selezione ufficiale. Si tratta di una serie di titoli che avrebbero dovuto far parte delle varie sezioni della rassegna, dal Concorso alla Semaine, passando per il Certain Regard. I film, che porteranno nelle loro locandine il simbolo del festival, si vedranno durante il corso dell’anno in altre manifestazioni, dal San Sebastian Film Festival al Toronto International Film Festival. Per la prima volta nella storia, nessuna competizione e nessuna Palma assegnata.
Nessuna ipotesi trapela al momento su una possibile collaborazione con la Biennale. Del resto, i due festival si odiano e comunicano poco tra di loro. Fa discutere la scelta di Cannes di marcare con un bollino blu la cinquantina di opere sotto elencate: così facendo, annulla la possibilità di partecipazione degli stessi al Festival di Venezia che, con la stessa smania di grandezza, ricerca e seleziona solo anteprime internaizonali, con rarissime eccezioni. A scorgere l’elenco, si notano due sole presenze italiane, se così possiamo definirle visto il cast tecnico e artistico anglofono: si tratta di Last Words di Jonathan Nossiter, prodotto dalla Stemal Entertainment in collaborazione di Rai Cinema, e del documentario I cacciatori di tartufi. E Moretti, Dante e Luchetti, i tre candidati alla Croisette? I loro produttori hanno scelto di defilarsi e di ripiegare sulla Laguna. Ovviamente, verrebbe da dire.
Ma sono anche altre le assenze di peso. Mancano ad esempio le major. Se escludiamo la Disney che presenta The French Dispatch e Soul (chiamato a far dimenticare il flop inatteso di Onward), non c’è traccia di Warner (chi pensava a Tenet ha preso una bella cantonata) o di Universal. E a pensarci bene mancano anche i colossi della distribuzione francese: Le Pacte (con una sola commedia, a dispetto di presenze massicce negli anni passati), Pathé e Gaumont, in primis, sembrano non aver ceduto ai capricci di Fremaux, conservando le loro opere – a partire dall’ultima fatica di Leos Carax – per il prossimo anno. Restano però le briciole degli altri, da Pyramide a Diaphana, passando persino per Ufo e Paname, distributori che il festival in altre occasioni lo avrebbero visto da lontano.
E non cercate nemmeno Netflix: la piattaforma quest’anno ha annunciato la volontà di voler disertare tutti i festival, con buona pace di Spike Lee (il cui nuovo film è atteso per metà giugno proprio su Netflix) che proprio della giuria di Cannes sarebbe stato il presidente.
Questi i titoli, divisi per categorie:
I FEDELISSIMI
The French Dispatch (Wes Anderson)
Summer of ’85 (François Ozon)
True Mothers (Naomi Kawase)
– Mangrove and Lover’s Rock (Steve McQueen) (episodi della serie tv Small Axe)
Druk (Another Round) (Thomas Vinterberg)
DNA (Maïwenn)
Last Words (Jonathan Nossiter)
Heaven (Im Sang-soo)
Forgotten We’ll Be (Fernando Trueba)
Peninsula (Sang-ho Yeun)
In the Dusk (Sharunas Bartas)
Des Hommes (Lucas Belvaux)
– The Real Thing (Koji Fukada) (serie tv in 10 episodi)
I NUOVI ARRIVATI
Passion Simple (Danielle Arbid)
A Good Man (Marie-Castille Mention Schaar)
The Things We Say, the Things We Do (Emmanuel Mouret)
Souad (Ayten Amin)
Limbo (Ben Sharrock)
Rouge (Farid Bentoumi)
Sweat (Magnus von Horn)
Teddy (Ludovic and Zoran Boukherma)
February (Kamen Kalev)
Ammonite (Francis Lee)
Un médecin de nuit (Elie Wajeman)
Enfant Terrible (Oskar Roehler)
Nadia, Butterfly (Pascal Plante)
Here We Are (Nir Bergman)
PROIEZIONE SPECIALE
Septet: The Story of Hong Kong (Ann Hui, Sammo Kam-Bo Hung, Ringo Lam, Patrick Tam, Johnnie To, Hark Tsui, John Woo, Woo-Ping Yuen)
LE OPERE PRIME
Falling (Viggo Mortensen)
Pleasure (Ninja Thyberg)
Slalom (Charlène Favier)
Casa de Antiguidades (João Paulo Miranda Maria)
Broken Keys (Jimmy Keyrouz)
Ibrahim (Samuel Gueismi)
Beginning (Déa Kulumbegashvili)
Gagarine (Fanny Liatard, Jérémy Trouilh)
16 Printemps (Suzanne Lindon)
Vaurien (Peter Dourountzis)
Garçon chiffon (Nicolas Maury)
Si Le Vent Tombe (Nora Martirosyan)
John and the Hole (Pascual Sisto)
Striding into the Wind (Wei Shujun)
The Death of Cinema and My Father Too (Daniel Rosenberg)
TRE DOCUMENTARI
The Billion Road (Dieudo Hamadi)
The Truffle Hunters (Michael Dweck and Gregory Kershaw)
9 Days at Raqqa (Xavier de Lauzanne)
CINQUE COMMEDIE
Cévennes (Caroline Vignal)
French Tench (Bruno Podalydès)
Un Triomphe (Emmanuel Courcol)
Le Discours (Laurent Tirard)
L’Origine du Monde (Laurent Lafitte)
QUATTRO FILM D’ANIMAZIONE
Aya and the Witch (Goro Miyazaki)
Soul (Pete Docter)
Flee (Jonas Poher Rasmussen)
Josep (Aurel)