Quindici giorni in giro per l’Andalusia in camper noi due, il padre Claudio e il figlio Giovanni. Senza mete precise, come quella volta che siamo andati in Giappone. Partenza da Roma, il padre, e da Milano, il figlio. Iniziando con una grande botta di lusso, la prima classe in aereo approfittando dei punti millemiglia. I cialtroni in prima classe. Che poi è come la turistica solo che si paga di più e puoi prendere tutti i giornali che vuoi e puoi aspettare la partenza nella saletta vip facendo colazione gratis. Reduce dall’incredibile fatica delle Pecorarie, l’anziano Sabelli ansioso come al solito si è presentato a Fiumicino alle 7 ed ha aspettato due ore la partenza del volo. Il giovane figlio con maggiore disinvoltura è arrivato tre quarti d’ora dopo raccomandandosi però di non scrivere del viaggio in prima classe che lui ha una reputazione da difendere. Impressione di Barcellona? All’anziano pare come Milano o al massimo come il quartiere Prati di Roma. Ma sapete lui è sciovinista. Ma la domanda è: è contento il giovane Giovanni di essere in Spagna?
FORREST CAMPER: EL CORDERO
Il giovane Giovanni fotografa tutto. Purché sia senza senso. Fotografa tutti i gabbiani del porto di Barselona. Si applica anche su un cordero, che non è di montezemolo, ma è un pupazzetto. Il Robert Capa de noantri si scatena.
FORREST CAMPER: VIVA LA LONELY PLANET
Ieri abbiamo proprio sbagliato. Avevamo la Lonely Planet ed abbiamo chiesto consiglio alla reception dell’albergo per andare a cena. Stasera abbiamo letto bene la nostra guida preferita e ci siamo fiondati al bar Celta. Sulla guida c’era scritto: “La specialità di questo bar-ristorante vivace e chiassoso sono il pulpo e i navajas. Sedetevi al bancone zincato, ordinate una bottiglia di Ribeiro da bere nelle tradizionali tazas, e gustate le vostre raciones”. Bene, siamo andati al Bar Celta, ci siamo seduti al bancone zincato, abbiamo ordinato il polpo e i cannolicchi e la bottiglia di Ribeiro. Abbiamo dovuto un po’ urlare per farci sentire. Ma tutto era buonissimo. Alla fine abbiamo pagato meno di 20 euro a testa. Bisogna sempre obbedire alla Lonely Planet.
FORREST CAMPER: VALENCIA È PIÙ BELLA DI VETRALLA
L’anziano e il giovane lasciano Valencia senza aver mangiato la paella. Nient’altro da aggiungere vostro onore. Valencia è chiusa per feste. Siamo in bassissima stagione. Camping chiusi. Autobus soppressi. Ristoranti con la claire abbassata. Musei ad orario ridotto. Ma Valencia è bella bellissima, più di cura di vetralla. Più di Masetti. L’anziano e il giovane si sono fatti almeno 100 km in bicicletta. Sono rimasti intrappolati nella metro. Hanno parlato con un lemure. Son rimasti incantati come bambini davanti ai delfini. Si sono pure fatti 15 km in bici sotto la pioggia. Indimenticabile.
FORREST CAMPER: IL MOTORE HA UN PROBLEMA SESSUALE
Oggi grande tappa di trasferimento da Valencia in Andalucia. Dopo 15 km nel cruscotto si accende una spia a forma di motore. Panico. Cerchiamo nel manuale il significato. Il manuale dice che “si el testigo permanece encendido significa que el sistema inyección no funciona”, che tradotto sarebbe: quando la spia (testigo) rimane accesa (encendida), significa che il sistema di iniezione funziona male. Il manuale dice anche che si può proseguire senza esigere troppo dal motore. L’anziano e il giovane decidono di non esigere, di continuare, ma nel frattempo chiamano l’officina. Il giovane, per il quale l’anziano ha speso milioni in corsi di spagnolo, con disinvoltura dice: “el testiglo es enfuogado”. Dieci secondi di imbarazzato silenzio fanno capire al giovane di aver incontrato un meccanico molto educato, che risponde: “È in garanzia?”
FORREST CAMPER: DA VALENCIA A SEVILLA PASSANDO PER CÒRDOBA
La giornata di ieri, caratterizzata dalla malattia sessuale del motore Ducato Fiat, si è conclusa in un campeggio a qualche chilometro da Còrdoba dove quello che non era vietato era obbligatorio. L’anziano e il giovane vengono più volte sgridati dal gestore ma alla fine riescono a svuotare le acque grigie del Campersauro e perfino ad attaccarsi alla rete elettrica del campeggio Alcatraz. Stanchi per la lunga giornata autostradale quando scoprono che per mangiare debbono prendere la bicicletta e fare ancora 5 km si ribellano e decidono di andarci con il loro autoarticolato. Vengon premiati da un’ottima coda di toro. Oggi puntano su Sevilla dove li aspetta uno splendido camping, secondo le guide. Ma le guide dicono aperto ed invece è chiuso. I due vanno nel secondo camping. Cerrado pure quello. Telefonano all’ufficio del turismo il quale dice: todos lo camping son cerrados. Panico. Trovano comunque un terzo camping. Telefonano prima. Es ouverto? Sì, rispondono. Si inoltrano nella campagna sevigliana. Dopo venti km la strada diventa tratturo, dopo altri cinque il tratturo diventa sentiero. Il Campersauro si ribella. Telefonano di nuovo: ma dove sta il vostro benedetto camping? Camping? Ma noi siamo una fabbrica di mobili. Ma allora perché ci avete detto che eravate aperti? Porqué effectivamente nos estamos oubiertos. Nuovo panico. Telefonano dovunque e alla fine trovano un porticciolo, puerto guelves, che ospita anche camper. Fanno la loro porca figura ormeggiati accanto a cutter e a velieri destinati alla navigazione sul Guadalquivir. Ma sono stremati. Incontrano la famiglia di Massimo Cirri stazionante a sevilla. Un sguardo amico può aiutare dopo una giornata di terrore.
FORREST CAMPER: SIVIGLIA
Il Campersauro viene parcheggiato nel porticciolo Guelves, sulla riva destra del Guadalquivir. E i due partono alla conquista di una Siviglia vivacissima. Grandi passeggiate. Evitate con cura cattedrale e alcazar (già dato) ci si immerge nelle viuzze e nei ristorantini insieme a quattro Cirri. Alessandra, la moglie, fa da guida ma non ne becca una anche perché guarda la cartina senza occhiali. Massimo si aggira con fare distratto, da vero intellettuale di sinistra, e ogni tanto dice: bello questo angolo moresco. L’anziano fa finta di essere molto pensoso della situazione politica italiana e con questa scusa sta sempre attaccato all’Ipad, il giovane sembra preoccupato soprattutto dell’aspetto gastronomico. I due cirrini vengono sgridati ogni cinque minuti perché hanno portato l’Ipad ma non il carica Ipad. Il giorno da pecora e caterpillar passano due giorni camminando e decidendo le sorti politiche dell’Italia. Attorno a loro migliaia di esseri umani celebrano il venerdì riempiendo le stradine della capitale andalusa e rischiando di finire sotto le ruote dei tram o sotto gli zoccoli dei cavalli. Via della Costituzione è più affollata di corso Buenos Aires il giorno dei saldi. Sui marciapiedi decine di artisti di strada e di musicisti ammaliano l’anziano che starebbe ore a guardarli ed a sentirli. Siviglia rimane nel cuore.
FORREST CAMPER: UNA CITTÀ DEL FAR WEST
A sud di Siviglia i due del Campersauro vanno a vedere il parco naturale di Donana ma riescono a malapena a vedere l’orrida città inventata per i turisti di Matalascanas con una spiaggia, però, bellissima. Sulla via del ritorno si imbattono nel pueblo di El Rocio, un paese impossibile da descrivere. Immaginate di vedere vie sabbiose, cow boy a cavallo, saloon. Tutto questo in Europa. L’anziano si aggira incredulo chiedendo a tutti se è già arrivato Clint Eastwood. Dalle case escono miliardi di decibel. Cavalieri a cavallo procedono nelle vie polverose con indolenza. Poi legano il cavallo ad un palo ed entrano nel locale a bere una birra. Ci manca solo che qualcuno entri nel bar e spari al pianista. Nei negozi si vendono cinturoni, selle, briglie, stivali ed elegantissimi vestiti per le signore del flamenco. El Rocio non è un finto villaggio che serve da set per i western all’taliana. È un paese vero, con strade larghe non asfaltate, molti negozi, molte stalle, molte chiese, molte case quasi tutte disabitate, proprietà di novanta hermanandes, confraternite, che si riuniscono qui tutti i week end ma soprattutto nella settimana di Pentecoste.L’anziano sfida a duello il giovane in una strada dietro al cimitero.
FORREST CAMPER: INTERVISTA A BERLUSPONY
Dopo aver visitato El Rocio di notte, l’anziano ed il giovane visitano El Rocio di giorno. E scoprono l’Iglesia de la Virgin del Rocio, lo stagno, la piazza piena e i negozietti che vendono cuoio, i pony per far giocare i bambini, i cavalli, le carrozze. Il giovane entra nella Chiesa e fotografa un immenso altare splendente d’oro. L’anziano si mette a parlare con un pony. E Rocio li ha stregati.
FORREST CAMPER: A CHI PIACE RONDA
In cima ad un altissimo montarozzo, ottocento metri di altezza sul livello del mare, i due scoprono Ronda, la mitica cittadina divisa in due da El Tajo e unita dal famoso Ponte Nuevo, tanto cara ad Ernesto e ad Orson. C’è una fantastica Plaza de Toros, la più vecchia di Spagna, dove cominciò a torear Ordonez, ci sono tanti bar da tapas, tanti alberghi eleganti, tanti belvedere su burroni di 200 metri. Una città che gli intellettuali adorano e quelli che soffrono di vertigini odiano.
FORREST CAMPER: GOLA PROFONDA
Giornata sulla via del ritorno, direzione nord. Ma il giovane e l’anziano si concedono una deviazione alla gola del Chorro, lunga 4 km, alta 400 metri e larga in alcun punti solo 10 metri. El Chorro è una località di vacanze, una zona adorata dagli alpinisti, ma anche dai semplici escursionisti. Ci passa una incredibile ferrovia in molti tratti sospesa su ponti da far paura ed è chiusa da una diga che procura l’energia per Malaga grazie ad un grandissimo lago artificiale. L’anziano e il giovane si ciucciano un piatto di ceci cucinato dal giovane. Il Campersauro si muove con disinvoltura tra le tortuose e strette strade di montagna.
FORREST CAMPER: UN CAPODANNO AI CONFINI DELLA REALTÀ
Si chiama El Torcal. E’ una montagna di 1336 metri sul livello del mare. Ma una volta era il fondale del mare. 150 milioni di anni fa. Sapete cosa succedeva no? Scheletri di animali marini, residui vegetali e tante altre cose (lattine no, sacchetti di plastica no, non c’erano ancora) si depositavano e creavano strati che si sovrapponevano uno all’altro, divenendo pietra calcarea. Poi dopo un po’ di milioni di anni la terra si sollevò, emerse dal mare, divenne una montagna che il vento e le acque piovane cominciarono a disegnare con l’erosione. Oggi questo panettone di 13 km quadrati è una specie di foresta di pietra dove i moltissimi tornillos, specie di altissimi funghi, hanno dato vita ad uno spettacolo spettrale, una foresta di pietra percorsa da fenomeni carsici. Una superficie di un altro mondo, tutta roccia e cielo. Nemmeno una luce. Nebbia di notte. Il buio che più buio non si può. Ogni tanto un rumore. Niente paura. L’anziano e il giovane hanno già incontrato delle specie di stambecchi che probabilmente sono dei caproni. Ecco in questa affascinante e desolata plaga dell’Andalusia, unici abitanti insieme ai caproni, i due hanno festeggiato la fine del 2012. Chiusi nel loro Campersauro hanno cucinato una pentola di purè precotto, come dessert hanno mangiato due mandarini ciascuno e mezza pera, hanno brindato con acqua minerale (gasata!), e alle dieci di sera, sincronizzati con la fine dell’anno di un altro fuso orario, hanno mangiato i tradizionali dodici chicchi di uva, come i veri spagnoli. Capodanno irripetibile, senza nemmeno un botto, senza nemmeno un urlo, senza nemmeno un sospiro. Che meraviglia.
FORREST CAMP : NEBBIA A CAPODANNO, NEBBIA TUTTO L’ANNO
L’idea del giovane e dell’anziano era di passare il primo dell’anno crogiolandosi al sole tra le fantastiche rocce e i tornillos di El Torcado, ma la mattina quando si sono svegliati, dopo che il giovane aveva aperto le finestre del camper, l’anziano gli ha detto: apri le finestre del camper! Il giovane gli ha risposto: ho gia’ aperto le finestre del camper!
L’anziano: e allora perche’ non si vede una mazza? Il giovane: sara’ perche’ c’e’ un nebbione che alla val padana gli fa un baffo?
Insomma, in cima alla montagna non si vedeva una roccia. E allora via verso la prima autostrada in direzione Barcellona.
FORREST CAMPER: ED E’ GIA’ CAMPERMODA
Per il giovane e l’anziano guidare un camper di sette metri non significa solo fare difficili manovre o sigillare gli armadietti prima di partire, ma anche e soprattutto rappresentare uno stile di vita, veicolare una moda, farsi garanti di un nuovo modo di essere trendy. Ed ecco dunque la collezione primavera-estate 2013, un servizio già richiesto dalle più esclusive testate internazionali di moda (Vogue Camper, Camper Bazar, Vanity Camper, D di Camper). Gli shooting, realizzati rigorosamente in autoscatto e su set raggiunti in camper, mostrano capi, tra il funzionale e l’ammiccante, indossati per due lunghe settimane all’interno del Campersauro.
FORREST CAMPER: È LA FINE
Siamo tornati a Sallent, casa di origine del Campersauro. Lui tira un sospiro di sollievo. È stato guidato dall’anziano per 2800 km. Senza incidenti. Lo lasciamo solo. L’anziano lo guarda l’ultima volta con affetto. Passa un’ora e già gli manca. Il giovane dice: mai più. La vita del camperista non fa per lui. Un’altra immagine si porta appresso l’anziano. Trudi. La tedesca-padovana che rimasta vedova del marito gira l’europa su un camperino. L’ultimo giorno i due le regalano tutto quello che rimane sul Campersauro. Una bottiglia di olio, un pacchetto di zucchero, un pacchetto di sale. Trudi all’inizio rifiuta educatamente. Poi accetta in cambio dell’impegno dell’Anziano di andare a cena da lei ad Arquà. I due le portano ancora uno spremiagrumi, molte arance, yoguth, contenitori di plastica. E gli inviti a cena diventano due. Ultime profonde considerazioni. L’anziano è molto contento di aver vissuto quindici giorni in luoghi dove per andare a fare la pipì bisogna seguire le indicazioni “caballeros”. L’anziano e il giovane si chiedono ancora perché si imbattevano sempre in campeggi chiusi da tre anni. Che epidemia di camper c’è stata te anni fa?