Abbiamo visto “ Giovani si diventa “
Un film di Noah Baumbach. Con Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver, Amanda Seyfried, Charles Grodin. Titolo originale While We’re Young. Commedia drammatica, durata 97 min. – USA 2014 – Eagle Pictures uscita giovedì 9 luglio 2015. Voto 6.
Nelle deserte sale italiane circola questo film di notevoli intenzioni, scritto con eleganza e con un ottimo cast ma che ha un titolo forviante derivato forse dalle troppe intenzioni degli autori. Baumbach introduce la storia con dei dialoghi tratti da Il costruttore Solness di Henrik Ibsen, un testo del 1873 che si sviluppa sul timore e la paura del nuovo che avanza e della giovinezza che fa sentire delusi e inadeguati chi è nella mezza età. Partendo da questo assunto, cioè che ogni nuova generazione è una minaccia per quella precedente, Baumbach, in modo a volte contraddittorio, a volte ribaltando gli schemi, realizza una commedia sofisticata alla Allen con uno sfondo di nostalgia sul Come eravamo e cosa siamo diventati e la consapevolezza che i sogni spesso non si avverano e bisogna accettare la realtà. Ma non c’è solo questo, magari, nel sentimento della narrazione; c’è lo svelamento che tutti non possono che cercare di essere quello che non sono, il rapporto tra verità e menzogna, tra vena creativa e aridità, fra messinscena e autenticità sia nel vivere quotidiano che nell’arte ( in questo caso del documentario d’autore ), nella difficoltà di accettare la propria condizione di adulti e il tempo in cui si vive, nel confronto-scontro tra generazioni al tempo di Internet e dei social network, tra memoria storica e ricostruzione soggettiva, fra sincerità e manipolazione ( La guerra in Afganistan, la dittatura di Google ), fino ad aver paura nel futuro ( la prima inquadratura è su un neonato, figura inquietante e malefica, che i protagonisti identificano così perché lei non può avere figli e lui in fondo non sembra voler crescere, e per questo gira un documentario da dieci anni che normalmente richiederebbe solo pochi mesi ), fino a scoprire verso la fine che il vero segreto della fascinazione dell’adulto Josh per il giovane Jamie non è per sentirsi ancora giovane ma per avere qualcuno che possa guardarlo come fosse un adulto da stimare. Insomma, c’è veramente troppo in questo film e Baumbach non rinuncia a nulla, al punto da rendere Giovani si diventa contraddittorio e a volte troppo denso e ridondante, anche se un’accuratissima sceneggiatura non scivola mai nel banale o nel già visto ed è precisa anche nei minimi dettagli. Forse se dobbiamo trovare un limite alla struttura dello script possiamo segnalare che i personaggi femminili sono meno approfonditi e meno centrali di quelli maschili.
Siamo a New York – un po’ alleniana un po’ pollackiana – Josh ( Ben Stiller ) e Cornelia ( Naomi Watts ) sono una coppia quarantenne che va d’accordo ma che conserva sotto la cenere delusioni e perdite. Lui è un documentarista di talento ma avvitato su se stesso e al lavoro creativo, lei produce documentari ed è figlia di uno dei maggiori documentaristi americani ( un invecchiato Charles Grodin ). Sembrano avere quasi tutto, anche l’accettare che il tempo passa, che i sogni giovanili si sono in parte infranti e che non possono avere un figlio. A una conferenza tenuta da Josh all’università, lui conosce una coppia di giovani Jamie ( Un bravo e cinico Adam Driver ) documentarista alle prime armi e la sua ragazza Darby; si piacciono, Josh li presenta a sua moglie e cominciano a frequentarsi. La vita di Josh e Cornelia cambia perché loro hanno voglia di cambiare e forse sentirsi una volta ancora giovani, abbandonano il vecchio tran tran, perdono i vecchi amici indaffarati con pannolini e bambini. Perdono le vecchie abitudini e si ritrovano sulla strada pieni di energie, giungono a partecipare a una due giorni con uno sciamano che li fa drogare ( questo lungo blocco ci ha ricordato Taking Off di Milos Forman ) e nei loro incontri c’è – come in un gioco di specchi – il recupero dei due giovani di tutti quei prodotti tecnologici vintage che i due adulti hanno abbandonato per le nuove tecnologie, come vhs, dischi in vinile, macchina da scrivere e via dicendo. Ma l’assorbire tutto in modo cinico e superficiale di Jamie entra in contrasto con l’approccio rigoroso e morale di Josh che tuttavia aiuta il giovane amico a realizzare un documentario in poco tempo, fino a scoprire una truffa più morale che reale…
Noah Baumbach è un regista indipendente quarantenne poco conosciuto in Italia, non proprio classificabile con la sua filmografia. Ha debuttato vent’anni fa con il film Scalciando e urlando, di cui è anche sceneggiatore ed interprete. Ha poi realizzato Highball e Mr. Jealousy, Il calamaro e la balena ( nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale ) e Il matrimonio di mia sorella ( visto in Italia nel 2007 ).