Coalizione Alba libica. È una coalizione composta da diversi gruppi armati originari di Tripoli e di Misurata. Alcuni, come la milizia Scudo libico, sono vicini ai Fratelli musulmani. Il 23 agosto 2014 Alba libica ha dichiarato di aver preso il controllo dell’aeroporto di Tripoli dopo una lunga battaglia.
Milizie tuareg e tubu. Le milizie legate alla minoranza tubu, un gruppo etnico del sud della Libia, che durante la rivolta contro Muammar Gheddafi erano schierate con i ribelli, ora sono alleate del generale Khalifa Haftar. I tubu controllano in particolare le città di Murzuk e Kufra. Le milizie legate al gruppo etnico dei tuareg, presente nel sudovest del paese, sono vicine alla coalizione Alba libica. Le due tribù si contendono il controllo di un’area vastissima situata al confine con l’Algeria e la Tunisia, dove si trovano alcuni dei giacimenti petroliferi più grandi del paese.
Stato islamico. Il gruppo è un’organizzazione armata jihadista presente in Iraq e in Siria. Nell’ottobre del 2014 una milizia di Derna, nell’est della Libia, ha rivendicato l’appartenenza al gruppo Stato islamico, un annuncio accolto con favore dal leader jihadista Abu Bakr al Baghdadi. I miliziani del gruppo Stato islamico hanno rivendicato la responsabilità di diversi attentati negli ultimi mesi in Libia, tra cui l’attacco all’hotel Corinthia di Tripoli il 27 gennaio 2015. Non sono stati verificati i legami tra il gruppo attivo in Siria e Iraq e le milizie che si autoproclamano affiliate allo Stato islamico in Libia.
Ansar al sharia. È un’organizzazione armata jihadista formata da diverse milizie che hanno partecipato alle rivolte del 2011, in particolare dalle brigate Abu Obayda bin al Jarah, le brigate Malik e il gruppo dei Martiri del 17 febbraio. Il quartier generale di Ansar al Sharia si trova nella zona di Quwarshah, a Bengasi, che è stata bombardata dalle truppe del generale Khalifa Haftar nel corso dell’operazione Dignità, lanciata nel maggio del 2014. Nel settembre del 2012 il gruppo aveva rivendicato l’attacco terroristico contro il consolato statunitense di Bengasi nel quale è morto l’ambasciatore in Libia John Christopher Stevens.