Abbiamo visto “ Il lato positivo “ ( Silver Linings Playbook ) regia di David O. Russell.
– Cos’è più americano di un cowboy ?
– Sai cos’è più americano? Benjamin Franklin è più americano. Il fondatore della nazione. Era di Philadelphia.
– Vuoi dire quel tizio con gli occhialetti e tutti quei capelli arruffati… ?
– E il fulmine con l’aquilone ? Stava sotto una tempesta con un aquilone !
– Se non fosse sui biglietti da cento dollari nessuno saprebbe chi è.
Negli Stati Uniti è stato uno degli avvenimenti cinematografici del 2012, giungendo a conquistare otto nomination all’Oscar e vincendo con Jennifer Lawrence il premio di migliore attrice protagonista ( probabilmente lo meritava di più per “ Un gelido inverno “ dell’anno precedente – ed ha solo 22 anni ). Diciamo che è una commediola gradevole e in alcuni passaggi divertente, nobilitata da un argomento serio come la malattia mentale ( dei due protagonisti ) e l’alienazione in generale degli esseri umani ( la famiglia di lui in particolar modo, ma anche di tutti quanti gli altri ). Ma la storia pur partendo bene, fuori dagli schemi ma un po’ camomillizzata, ha uno sviluppo che si potrebbe definire disordinato, discutibile e con una parte finale elducorata a tal punto da sembrare un altro film, quasi di taglio televisivo e con un finale completamente prevedibile e rassicurante; tuttavia risulta comunque fresco e per una buona parte vivo. La regia è di mestiere, con un po’ di fatica riesce a coniugare il genere commedia romantica con il tema della malattia mentale, senza stridere troppo tra realtà e l’ottimismo della favola realista.
Pat Solitano ( un convincente Bradley Cooper ) è un uomo di oltre trent’anni, ex professore di storia, è stato condannato a otto mesi di ospedale psichiatrico perché ha picchiato a sangue l’amante della moglie scoperto nella doccia di casa, ma anche perché ha dei comportamenti non proprio normali. Il trattamento psichiatrico non ha risolto i problemi ma la stralunata madre ( un’altrettanta brava Jacki Weaver ) sotto la sua responsabilità lo viene a prendere per portarlo a casa. Il giovane ha in testa solo una cosa: rimettersi in forma e riconquistare la ex moglie Nikki che ha ottenuto un ordine restrittivo nei suoi confronti. Pat a casa trova suo padre ( un De Niro bravo ma non eccelso e forse troppo ingrigito ) che ha dei comportamenti forse ancora più strambi del figlio ma apparentemente sotto controllo: a quasi settant’anni ha perso il lavoro e si è dato alla raccolta di scommesse clandestine, fa l’allibratore ed è stato bandito dagli stadi per aver picchiato praticamente tutti ed ora è incollato alla tv con i suoi rituali scaramantici ed ha il desiderio di aprirsi un ristorante. A casa Pat si trova bene ed anche i suoi comportamenti out sembrano normali calcolando che sono tutti matti anche se non ufficialmente Forse la ( sua ) famiglia è la culla della follia, ma in fondo anche la cura.
Pat cerca di rientrare al lavoro ma con scarsi risultati, con gli amici più cari non riesce a trovare un equilibrio e passa il tempo a leggere libri ( Dettaglio importante: quando legge ‘ Addio alle armi ‘, Pat fa una scenata perché la stora non finisce bene: Abbasso Hemingway !), come avrebbe voluto sua moglie prima di lasciarlo. Ma come succede solo nei film, incontra Tiffany, una giovane e carina vedova di un poliziotto, più squinternata di lui e della sua famiglia ( una naturale, fresca e matura Jennifer Lawrence ), che ha forse talmente sofferto per la morte del marito che cerca nel sesso e nelle avventure più improbabili un po’ di serenità. In più la ragazza conosce la ex moglie di lui e potrebbe avvicinarla al posto suo e semmai consegnarle una lettera. Tra un litigio, una cena a base di tè, un’incomprensione e un po’ di jogging in cui lui indossa un sacco della spazzatura, Pat accetta di frequentare Tiffany che da subito è innamorata. Ma lei gli promette di portare una lettera a Nikki solo se lui le fa da partner in una gara di ballo. Tiffany lentamente, con molta pazienza e con decisione conquista Pat ma anche il padre, la madre, il fratello e un amico appena uscito dalla casa di cura.
Ma da adesso il film si impantana tra le prove di ballo nel garage di Tiffany, l’attesa della risposta di Nikki, il tentativo del padre di fare la scommessa della vita per poter comprare un ristorante e la gara finale di ballo. Si trasforma in una qualsiasi commedia sentimentale con lieto fine banale e prevedibile. Film sopravalutato negli Stati Uniti ma con alcuni punti forti come il cast e in particolar modo i due protagonisti, alcuni dialoghi originali e fuori dall’ordinario e in parte il modo di raccontare le difficoltà dell’esistente facendo sorridere.