Mi sono chiesto se il manifesto del XX Secolo sia “La grande illusione” di Renoir, “Guernica” di Picasso, “Metamorphoseon” di Richard Strauss o Céline, non questo o quel romanzo, ma la sua opera intera. Credo che, dovendo scegliere, indicherei lui. La sua sconvolgente capacità di verità e furente poesia non ha pari. Un assoluto, un tormentato genio che la Francia ha vigliaccamente crocifisso come se fosse stato lui l’unico responsabile della vergogna di Vichy. Andate sulla sua tomba, a Meudon, e vi chiederete come mi sono domandato io, perché mai non riposi al Pantheon. Ai moralisti ex post, ricordo che un diciottenne mandato al fronte, nel tritacarne della Grande Guerra, non poteva scrivere altro difronte al grande inganno di una società in putrefazione
Grandioso, commovente, capace come nessun altro di suscitare indignazione e partecipazione. Una “tranche de vie” impagabile