“UN FESTIVAL GIGANTESCO, FORSE C’E’ ANCHE TROPPO” OLTRE “A STAR IS BORN” DI BRADLEY COOPER CON LADY GAGA, CI SARANNO I FRATELLI COEN CON UNA SORTA DI OMAGGIO AL WESTERN, ‘ROMA’ DI CUARON, ‘SUSPIRIA’ DI LUCA GUDAGNINO, IL NUOVO CARLOS REYGADAS – E POI IL FILM SU STEFANO CUCCHI, IL RITORNO AL CINEMA DI GIPI.
“Ci siamo ripresi il Des Bains!”, cinguetta Paolo Baratta aprendo l’interminabile conferenza stampa di Venezia 75 accanto a Alberto Barbera sotto uno dei manifesti più brutti che si siano mai visti al festival. “La sala Visconti è ancora intatta con tutte le sue boiserie!”, proclama prima di addormentare gli astanti con una storia della Biennale che ci potevamo risparmiare. E nella totale mancanza di traduzione dall’italiano per i giornalisti stranieri.
Grandioso… abbiamo un governo pentaleghista che chiude i porti e non riesce a far le nomine, un paese più o meno diviso, però ci siamo ripresi il Des Bains. È qualcosa, nel cinquantenario del 68. Passiamo ai film, che è meglio. Tutto come previsto, piu o meno. In meglio però.
Anche se sono quasi tutte di durate impossibili. Oltre a First Man di Damien Chazelle che aprirà il festival, e al gia’ lanciato, fuori concorso, A Star Is Born di Bradley Cooper con Lady Gaga, abbiamo in concorso addirittura il nuovo film dei fratelli Coen, The Ballad of Buster Scruggs con Tim Blake Nelson, James Franco, Liam Neeson, Tom Waits, sorta di omaggio al western, Roma di Alfonso Cuaron, Vox Lux, secondo film dell’interessantissmo Brady Corbet con Natalie Portman e Jude Law, 22 July di Paul Greengrass, dedicato al folle serial killer norvegese, Suspiria di Luca Guadagnino con Dakota Johnson e Tilda Swinton, The Favourite di Yorgos Lanrhimos con Emma Stone, il kolossal Peterloo di Mike Leigh, il western di Jacques Audiard The Sisters Brothers con Joaquin Phoenix e Jack Gyllenhaal, Double vie di Olivier Assayas, The Mountain di Rick Alverson con Tye Sheridan, Jeff Goldblum.
Ottime scelte anche il nuovo film di Jennier Kent, la regista australiana di Babadook, cioè The Nightingale, poi Sunset dell’ungheresr Laszlo Nemes, opera seconda dopo l’acclamato Son of Saul E, ancora, il nuovo Mario Martone, Capri – Batterie, con Marianna Fontana già in corsa per la Coppa Volpi come miglior protagonista, il nuovo documentario di Roberto Minervini, What You Gonna Do When the World’s On Fire, dedicato all’America razzista. Ma anche in Italia non scherziamo a razzismo.
Tra i 21 film in concorso anche il nuovo Carlos Reygadas, Nuestro tiempo, messicano torbido e erotico, il violento film di samurai Zan di Shinya Tsukamoto, il nuovo Julian Schnabel dedicato a Vincent Van Gogh, interpretato da Willem Dafoe.
a star is born lady gaga e bradley cooper
Stavolta Barbera ha potuto costruire davvero un festival gigantesco. forse c’è anche troppo. Oltre alle bouserie di Baratta.
Schiaffati fuori concorso il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi, Les estivants, con Valeria Golino, Riccatdo Scamarcio e tutta la famiglia Bruni Tedeschi, Una storia senza nome di Roberto Andò con Renato Carpentieri e Micaela Ramazzotti, ma anche l’inevitabile nuovo Amos Gitai, A Tramway in Jerusalem, Zhang Yimou con Ying, Pablo Trapero con La quietud, Gaston Duprat con Mi obra maestra, Pierre Schoeller con Un peuple et son roi. Scordavo il violentone Dragged Across Concrete di S. Craig Zahler con Vince Vaighn e Mel Gibson. Mica male. Inoltre, finalmente si potrà vedere, alla faccia di Cannes, The Other Side of the Wind di Orson Welles con John Huston, recuperato e montato da Frank Marshall. Ovviamente fuori concorso.
Come Process di Sergei Loznitsa, sicuramente strepitoso, America Dharma, il documentario di Errol Morris su Steve Bannon costruito attraverso un dialogo fra i due, ex compagni di scuola. Poi il documentario di Frederick Wiseman, Monrovia, Indiana, quello di Giorgìo Treves, 1938 diversi, dedicato alle leggi razziali in Italia, prodotto e supervisionato da Roberto Levi, Ni de liam di Tsai Ming Liang, Carmine Street Guitars di Ron Mann.
Il film su Stefano Cucchi, Sulla mia pelle, diretto da Alessandro Cremonini con Alessandro Borghi, aprirà la rassegna collaterale Orizzonti. C’è un altro film italiano nella rassegna, Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilia con Anna Foglietta. Poi Charlie’s Girls di Mary Harron, dedicato alle donne di Charlie Manson e una valanga di opere prime.
Fra i documentari sul cinema Nice Girls Don’t Stay for Breakfast, cioè Beuce Weber su Robert Mitchum, The Great Buster di Peter Bogdanovich, Women Making Film, poi ricordi di Robby Muller, Humbert Mauro, William Friedkin. E’ stato piazzato qui anche il documentario di Federico Pontiggia sui rapporti tra cinema e tv, 24/25 il fotogramma in più. Al cinema del giardino ora ribattezzato “Sconfini” Barbera ha ficcato un mattone come le tre ore integrali di Tree of Life di Terrence Malick, un film di Giulio Base, Il banchiere anarchico, tratto da Pessoa, il ritorno al cinema di Gipi, il fuoriorariesco Amir Naderi. La chiudo qui, dopo due ore di conferenza stampa. Il Des Bains è nostro.