Si può tornare in un luogo dopo decenni sperando che quel luogo abbia proseguito nella tua stessa direzione ?
Un’utopia o una palese dabbenaggine. Non bisogna certo citare Eraclito o l’eterno ritorno di Nietzche. Un luogo – come le persone con cui abbiamo vissuto e poi perso per strada – deve rimanere nel nostro ricordo con affetto e non provare a ritrovarlo. Altrimenti è una profonda delusione che distrugge anche il ricordo: ci si trasforma in orchi. Ma purtroppo si fanno degli errori ed io ne sto facendo alcuni di seguito… tornare a Machu Picchu… a Mclaud ganj… a Isla de la Mujeres… a Cuba…
Parlo con una compagna portoghese ( ci sono ancora ! ) a L’Avana e poi con due compagni francesi su un autobus che porta a Cienfuegos e così via… E tutte queste stanche conversazioni terminano nello stesso modo: siamo venuti prima della fine. Per fine si intende la morte dei fratelli Castro e il ritorno dei soldi americani a Cuba. Mi viene sempre lo stesso pensiero malinconico, ma lo tengo per me. Guardate che la fine è già iniziata da un bel po’: ragazze che si prostituiscono, ragazzi che vanno con uomini e donne, persone che cercano di fregarti in ogni modo, nessun rapporto nemmeno minimo: tu per loro sei solo uno da spennare subito. Negli uffici non c’è alcuna regola e devi pagare. Entri nello stesso locale due volte e il costo di un prodotto cambia da un giorno all’altro e quando glielo dici restano imperterriti, cercano di fregarti ancora di più… Lo capisco, la povertà, l’embarco fascista americano, noi dei ‘ turisti coglioni e ricchi ‘…
A Cuba di socialista o ribelle non c’è quasi nulla se non la povertà e qualche vecchissimo nostalgico. Il governo è lontano, sbiadito, apparentemente inesistente; Fidel ha uno sguardo da novantenne poco lucido, Raul, l’antipatico, fa quello che può, con le sue possibilità. Per strada brevi immagini vecchie del Che e di Camilo Cienfuegos che sembrano ridotti a vecchi attori di un’altra epoca e non a fieri rivoluzionari.
A Cuba ero stato negli Anni Ottanta… nonostante tutto sembrano passati tre secoli. La gente pensa solo a lavorare il meno possibile e a fare soldi, i poveri restano poveri come nel Terzo Mondo, con le vecchine che chiedono l’elemosina, le madri che cercano di vendere le figlie a qualche europeo o a nord americani e alcuni bambini camminano scalzi. E il mitico Malecon è di una tristezza e una bruttezza infinite.
Per fortuna, però, si può fumare dappertutto, gettare le cicche a terra e bere birra alle dieci del mattino e moijto dalle 11.