Guy Debord aveva fondato con altri autori (Michèle Bernstein, Giuseppe Pinot Gallizio, Piero Sismondo, Elena Verrone, Asger Jor e Walter Olmo) l’Internazionale Situazionista, risultato di due movimenti artistici: l’Internazionale Lettrista e del Comitato Psicogeografico di Londra. L’IS ha per scopo quello di sviluppare una critica della società capitalista in opposizione ai dogmi ideologici, ma per Debord si tratta di mettere “La rivoluzione al servizio della creazione e non l’inverso”. L’IS nasce il 27 luglio 1957 nella piccola cittadina di Cosio D’Arroscia (Italia) con il programma di divenire ‘un movimento d’avanguardia attivo nel superamento dell’arte con una creatività generalizzata’. Impiegheranno una retorica marxista, ma i situazionisti rifiutano tanto il marxismo quanto l’anarchismo. E’ situazionista quello che non si rivendica come tale perché non ci sono dottrine d’interpretazione dei fatti esistenti, non ci sono ideologie. Ci sono delle situazioni, situazioni che possono essere costruite. Raoul Vaneigem parlerà della rivoluzione della vita quotidiana, agire e costruire dei momenti di vita piuttosto che annullarsi nella passività. Piuttosto che interpretare le situazioni che coinvolgono l’uomo, come hanno sempre fatto filosofi e artisti, i situazionisti propendono per la costruzione di situazioni. Ben che si allontanino da qualsiasi ideologia, queste idee possono essere assimilate all’esistenzialismo di Jean-Paul Sartre. I situazionisti, malgrado il loro nome, non sono partigiani della situazione presente. Hanno un’importante coscienza del posto che ha un’idea nella storia delle idee e semplicemente nella storia. Così, dopo essere stati considerati degli estremisti, sia in campo politico che in quello artistico, nel 1972 decidono di sciogliere il movimento.