Una biografia in breve:
nasco a Napoli, dove mi laureo in Filosofia. Ho abitato a Parigi, Londra, Città del Messico, San Pedro Atitlan. Ho viaggiato per circa cento Paesi, ho abitato due anni in America Latina e per uno in India e Indocina. Ha seguito corsi di regia e di montaggio ( al Centro nazionale di cinema UNAM – Città del Messico ), con J. M. Straub e D. Huillet, Istvan Szabo e Nanny Loy, Master di sceneggiatura con Arlorio, Benvenuti, Suso Cecchi D’Amico, Tonino Guerra, Ugo Pirro, Massimo Felisatti; di produzione con Clemente Fracassi. Ha studiato all’Università di giornalismo di Roma-Camerino. Sono stato borsista nel laboratorio teatrale diretto da Eduardo De Filippo e per due anni ho frequentato la Scuola di Cinema di Bassano diretta da Olmi e Brenta. Ho seguito lezioni di teatro con Barba e con Fo. Ho scritto sceneggiature per il cinema e per la televisione. Ho diretto dei film. Ha collaborato a documentari in America Centrale. Ho scritto per vari quotidiani, mensili e vari blog. Ho pubblicato la raccolta di poesie Scie Interiori, i racconti Pulque, il romanzo Grand’ Hotel des Bains e Da Finsbury a Dante. Per otto anni sono stato nel Consiglio d’Amministrazione C.C.D. con cui ho prodotto lavori per Rai3, il film Allullo Drom e corsi di sceneggiatura e regia.
D) Hai un Blog ?
R) Dirigo il blog Trafficodiparole.com
D) Che cosa fai ?
R) Scrivo romanzi, sono free lance, insegno.
D) Come ti definisci?
R) Lo lascio fare agli altri.
D) Qual è il tuo messaggio?
R) Non ho messaggi da dare. Credo che qualsiasi forma d’arte debba solo aiutare a migliorarsi.
D) Come nasce un’idea?
R) Guardandomi dentro, intorno e osservando.
D) Che cos’è per te l’ispirazione?
R) Osservare, pensare, leggere.
D) Che cos’è l’arte?
R) Fermare l’attimo nel tempo.
D) In che circostanze ti vengono le migliori idee?
R) Leggendo e viaggiando.
D) Come si deve valutare un’opera artistica?
R) Per ciò che ti trasmette e ti comunica.
D) L’artista deve reinventarsi ogni giorno?
R) Come gli esseri umani.
D) Che artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere?
R) J.Roth, Musil, Cèline, Camus… Mi hanno aiutato ad essere ciò che sono più che come scrivo.
D) Quanto conta per te pubblicare e mostrare le tue opere ?
R) E’ come chiedere se preferisco uscire con una donna o guardarle su un giornale.
D) Quanto conta la copertina in un libro?
R) In una società fatta di apparenza e marketing credo molto. Come un urlo nella folla.
D) Parlaci della tua ultima creazione
R) Sono molto legato a questo romanzo perché ha avuto una gestazione durata anni. Mi sembra come un fratello che è cresciuto assieme con me. Abbiamo trascorso molto tempo uniti, a Londra, a Parigi, a Napoli e un po’ in giro dappertutto. L’ho curato, coccolato, tenuto compagnia. Sono legato anche perché ha ricevuto una trentina di rifiuti nel tempo, stavo quasi per desistere quando… Ho difficoltà nel presentarlo, come voler parlare di un figlio. Cito a memoria il quarto di copertina: Una Londra abitata da squatters, avventurieri, musicisti jazz, viaggiatori e ribelli. Qui vive Marco Filangieri, è da qui che parte, dopo qualche giorno di febbre esistenziale, una volta ancora, senza una mèta. Incurante dell’età e della destinazione. Giunge e vaga per Parigi, attraversa la Francia, giunge in Italia. Prima al Nord, poi ritorna a Napoli. Per riallacciare una volta per tutte i fili con il suo passato e per conciliarsi con la figura del padre. Mi piacerebbe che si leggesse sapendo che molti di noi potrebbero essere questo tipo di persona, inquieto, con il bisogno sempre di novità, forte anche da solo e senza gli altri. E chi vive come Marco Filangieri non si faccia fregare dall’età e dagli opportunismi. Nessuno sconto e nessuna scorciatoia nel vivere.
D) Programmi per il futuro?
R) Per me scrivere è liberatorio. Lo faccio costantemente, come bere dell’acqua o fare una passeggiata. Ti permette di allontanarti dal quotidiano, dal luogo in cui sei, da molte rogne. E’ anche il modo più economico per viaggiare, sei seduto da qualche parte e ti ritrovi a Singapore o a Città del Messico, riesci anche a sentire odori lontani, a rincontrare persone che avevi dimenticato e renderle migliori di quello che erano, a trovarti in un giardino che non sapresti ritrovare o in una casa. Quindi sì, sto scrivendo qualcosa ma sono ancora agli appunti: sono a Parigi, in una casa vicino ai giardini del Lussemburgo e voglio scrivere un romanzo su mio padre. Devo ancora comprare la colonna sonora che mi accompagnerà nella scrittura e anche qualche libro che mi libererà dall’invadenza di ciò che scriverò.