Abbiamo visto “ La battaglia dei Tre Regni “ diretto da John Woo.
Il film si basa sul romanzo omonimo di Guanzhong Luo scritto nel Tredicesimo Secolo. Racconta un fatto storico che effettivamente è avvenuto nel 208 d.c. e divenuto un episodio popolare per i cinesi solo dopo la pubblicazione del romanzo. Durante la Dinastia Han la Cina è divisa in tre parti: nel nord regna Han Xiandl, un giovane re pavido e succube del suo Primo Ministro, Cao Cao, uomo ambizioso, cinico e duro, che ha riunito parte del regno portando la guerra un po’ dappertutto con ferocia e abilità; nel sud ci sono due deboli regni governati da re “ buoni “ e giusti verso il popolo. Cao Cao, vuole riunire tutta la Cina e per farlo deve dichiarare guerra ai regni di Shu e di Wu; ma la vera intenzione di Cao Cao è di eliminare tutti i regni esistenti ed insediarsi come unico imperatore di una Cina unificata. Inizia così una campagna militare di proporzioni mai viste: ottocentomila soldati e una flotta di duemila navi, condotta dallo stesso Cao Cao. Per contrastare queste forze i due regni attaccati decidono di stringere un’alleanza. I due re alleati sembrano spacciati con i viveri che scarseggiano e in enorme inferiorità numerica e militare, ma Zhou Yu e Zhuge Liang ricorrono alla loro intelligenza e alla loro esperienza militare per capovolgere l’esito delle battaglie. E’ l’inizio di una guerra combattuta per terra e sulle acque del fiume Yangtze, che culminerà nella Battaglia delle Scogliere Rosse, il cui andamento segnerà tutta la storia della Cina a venire.
Il film è praticamente solo una lunga guerra e la sua preparazione, quindi le storie dei protagonisti sono marginali e di poco interesse, praticamente inutili da raccontarvi. Il regista John Woo è stato attratto da questa storia per più di vent’anni ma a quel tempo né la tecnologia né il mercato avrebbero potuto supportare un film di questa grandezza, l’opportunità si è materializzata nell’estate del 2004. Il film è stato girato con grande dovizia e abilità tecnica, fuori dal comune ma proprio questa fluorescenza tecnica è il limite delle storie personali del tutto insignificanti. Un film di grande energia lungo centosessanta minuti che strema un po’ lo spettatore se rimane concentrato dall’inizio alla fine.