Abbiamo visto “ La ragazza del treno “ regia di Tate Taylor.
Con Emily Blunt, Haley Bennett, Rebecca Ferguson, Justin Theroux, Luke Evans. Thriller, durata 112 min. – USA 2016. – 01 Distribution uscita giovedì 3 novembre 2016.
La ragazza del treno è un romanzo pubblicato nel 2015 scritto dall’inglese Paula Hawkins, ( scrittrice in precedenza di romanzi rosa sotto lo pseudonimo di Amy Silver ). Questo libro è divenuto un best seller negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ed ha avuto un gran successo anche in Italia, nonostante abbia molte cose in comune con Gone Girl, un romanzo del 2012 diventato anch’esso un film nel 2014. La Hawkins ha risposto a chi glielo ha fatto notare che C’è qualcosa nelle protagoniste femminili incasinate e con molti difetti che piace molto alle persone, in questo momento. Nel romanzo è una storia ambientata a Londra e raccontata dal punto di vista della protagonista Rachel e dalle altre due donne della storia; Anna e Megan. Libro fortunato e film ancora più fortunato se nel mondo ha già incassato oltre 125 milioni di dollari senza risultare né originale né tantomeno efficace. Un film costruito in modo algido e distaccato, che non riesce a rompere con naturalezza lo spazio-tempo ma inserisce degli inutili e fastidiosi cartelli che indicano i tempi della storia, e i cui personaggi risultano così piatti, tenebrosi e poco coinvolgenti emotivamente da risultare lagnosi. Come insostenibili sono le protagoniste, noiose signore della media borghesia americana che si avvitano intorno all’amore, al sesso e a uomini raccontati con occhi apparentemente veterofemministi e che risultano tutti in maniera negativa e spregevole ( dal marito traditore al marito cornuto al poliziotto che non parla mai ). Ma di più, la narrazione filmica risulta complicata se non farraginosa a causa di una rete di cambi di narratori, con flashback e punti di vista sempre diversi che rendono la trama pesante, a volte ripetitiva e nella prima parte complicata e lenta. E poi cavillando, in questo giallo non c’è una ragazza, c’è in parte un treno ( ma non come La Finestra sul cortile ) e i poliziotti sembrano dei bradipi e le loro pseudo indagini risultano una danza immobile. Un film poco riuscito ( non abbiamo letto il romanzo, ma l’immaginiamo più efficace nonostante certe banalità e artificiosità psicologiche dei protagonisti ). Si può aggiungere che è un film che piacerà a chi ama il lato voyeuristico della vita, ama confrontarsi con dei sentimenti falsamente emotivi, a chi guarda il mondo da un buco della serratura e accetterà anche un finale distonico e quasi ridicolo in cui c’è una scoperta femminile della solidarietà e una resurrezione della protagonista che si libererà dell’alcolismo nel momento in cui comprende di non essere una perdente ma solo una messa sotto da un uomo egoista e malvagio.
Rachel Watson ( una sempre brava Emily Blunt, ma in un ruolo che risulta lamentoso e quasi sempre piagnucoloso ) è una donna che è uscita a pezzi da un matrimonio da oltre due anni, con un marito che l’ha lasciata e si è subito risposato facendo un figlio che con lei non riusciva ad avere. Ha perso anche il lavoro e beve come una spugna, nel thermos che porta sempre con sé c’è solo gin; vive presso un’amica e la mattina esce di casa nella periferia di New York per recarsi con il treno dei pendolari al lavoro che non ha più. Passa il tempo nei bar e in altri luoghi prima di rientrare, ma il momento di maggiore interesse per lei è quando dal finestrino del treno può vedere la sua vecchia villetta dove vive il suo ex con la nuova moglie Anna e inizia a osservare una casa più o meno accanto in cui vivono Megan ( Halley Bennett ) e Scott ( Luke Evans ), una coppia che ai suoi occhi è innamorata e praticamente perfetta. Quando crede di scoprire che la donna ha una relazione con un altro uomo, ricade nel proprio trauma una seconda volta ( chissà poi il perché, potrebbe essere l’opposto ) e perde il controllo. Ecco le tre donne che si incrociano con destini opposti ma che saranno fondamentali l’una con l’altra, Rachel, Megan e Anna. Una verrà trovata uccisa, un’altra verrà sospettata ma sarà stessa lei a temere di averla uccisa e una terza riuscirà a salvarsi da un destino di infelicità. E nell’evolversi della storia nulla, in cui Rachel e gli altri credono, è effettivamente come sembra.