La domanda fondamentale è molto semplice: cos’è più importante, tutelare la salute delle persone o i profitti delle aziende farmaceutiche? Chiaramente, le aziende devono rifarsi delle loro spese per evitare che le ricerche per nuovi farmaci utili si fermino, ma non fino al punto da far diventare la tutela dell’industria e non quella dei cittadini la preoccupazione fondamentale dei governi.
Ultimamente abbiamo visto due casi classici, uno nazionale e uno internazionale, in cui gli interessi dell’industria privata (rappresentata da aziende transnazionali con giri d’affari miliardari) si sono scontrati con il benessere generale; e abbiamo osservato il modo grottesco con cui il governo Trump si è allineato con queste imprese e contro la gente, ricorrendo al ricatto più grossolano rivolto ai paesi più poveri, i più facili da ricattare.
Come ha rivelato poco tempo fa il New York Times, quello statunitense è l’unico governo al mondo a essersi opposto, durante l’ultima assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, a una risoluzione per promuovere il latte materno e vietare la pubblicità e le pressioni indebite delle industrie che producono e promuovono l’uso di latte artificiale o di sostituti in polvere da mischiare con l’acqua.
Gli esperti concordano sul fatto che l’allattamento offra enormi vantaggi alla madre e al neonato (il latte materno rafforza il sistema immunitario del bambino). Ma se le donne decidono di allattare, i profitti dell’industria diminuiscono, ed è quello che è successo grazie alle campagne a favore del latte materno. Queste industrie sono state grandi finanziatrici della campagna di Trump (soprattutto la Abbott), e adesso lui gli sta restituendo il favore.
Le madri e le famiglie meno informate perdono denaro e salute, mentre le aziende si riempiono le tasche
In un paese povero, quello che una madre spende per comprare sostituti del suo stesso latte (che sarebbe la cosa migliore) va a danno dell’acquisto di alimenti freschi per se stessa e per il resto della famiglia. Spesso il latte in polvere è mischiato con acqua non potabile, e i neonati rischiano di ammalarsi e di morire di enterite e disidratazione.
Molti medici e infermieri lasciano che i rappresentanti dell’industria alimentare promuovano i loro prodotti nei centri sanitari. In cambio di questa pubblicità indebita, le industrie offrono al personale sanitario meravigliose vacanze in paradisi turistici. Le madri e le famiglie meno informate perdono denaro e salute, mentre le aziende si riempiono le tasche.
L’altro caso, stavolta colombiano, riguarda i prezzi delle pillole, delle spirali e di altri trattamenti anticoncezionali. Il ministro uscente della sanità, Alejandro Gaviria, ha preso una decisione saggia e utile per le donne in Colombia imponendo il dimezzamento del prezzo di una pillola anticoncezionale, frenando così lo strapotere delle industrie farmaceutiche.
Ma ancora una volta il governo Trump (attraverso i suoi rappresentanti presso l’ambasciata in Colombia) e l’industria farmaceutica (soprattutto la Abbott) hanno adottato un tono di minaccia, al limite del ricatto economico, per evitare una misura giusta, sana e di elementare sovranità nazionale.
Non lo hanno fatto in Norvegia, nel Regno Unito o in Spagna. Speriamo che il nuovo ministro della sanità, Juan Pablo Uribe, che ha ottime credenziali ed è un medico saggio, non consenta all’altro Uribe di imporre la liberalizzazione dei prezzi (come ha fatto nel suo governo) e sostenga questa salutare e importante circolare del ministro Gaviria.
(Traduzione di Francesca Rossetti)