Abbiamo visto “ Legend “
Un film di Brian Helgeland. Con Tom Hardy, Emily Browning, David Thewlis, Christopher Eccleston, Chazz Palminteri. Thriller, durata 131 min. – Gran Bretagna 2015. – 01 Distribution uscita giovedì 3 marzo 2016.
Tratto dal libro The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins, pubblicato la prima volta nel 1972 da John Pearson specializzato in biografie, sceneggiato dallo stesso regista Brian Helgeland ( buon sceneggiatore sono sue quelle di L.A. Confidential, Mystic River, Man of Fire ) e interpretato dall’ottimo attore inglese Tom Hardy ( candidato all’Oscar per questo film ) viene realizzato un film di una modestia narrativa imbarazzante, con dei dialoghi che risentono della matrice saggistica del libro, di una regia, seppur impeccabile, senza idee e dai toni incerti e ripetitivi, con una recitazione, seppur importante, senza né alti né bassi ma sempre orizzontale, senza impennate o colpi d’ala. Eppure le premesse – tutte mancate – c’erano e come: dal descrivere il rapporto morboso tra due fratelli gemelli criminali eppure opposti ( la sceneggiatura sembra quasi divertirsi a descriverli come le due facce della stessa medaglia, una specie di dottor Jekyill e Mr. Hyde ), dal descrivere la Londra degli Anni Sessanta con tutte le trasformazioni sociali e culturali, dal rapporto dei due con la violenza e il sesso, dello scontro di ‘ culture ‘ tra le varie bande criminali londinesi e tra quella londinese e quella americana, del rapporto tra criminalità e potere che passa anche, e più semplicemente, attraverso orge omosessuali, al rapporto tra polizia e malviventi e anche tra la lotta durata tutto il tempo tra un poliziotto di Scotland Yard e uno dei due fratelli, dal desiderio fitzcarraldiano del secondo fratello di voler costruire una specie di Las Vegas per i bambini poveri in Africa, e via dicendo. Insomma, nella patria di William Shakespeare sembra che la tragedia come la commedia abbiano perso di significato come il coniugare gusto popolare con la complessa caratterizzazione dei personaggi. Resta un film un po’ lungo, in alcuni passaggi topici poco risolto, ma con una ricostruzione fedele e bella e con qualche scena ben riuscita.
Siamo a Londra nella fine degli Anni Cinquanta, nel East End. I gemelli Krays. Reginald, detto Reggie attraente, elegante, e con un grande senso degli affari e Ronald detto Ronnie, uno psicopatico con tendenze schizofreniche governano la malavita di una parte di Londra. Tanti hanno paura di loro per la violenza che mostrano mentre molti ricchi ne sono affascinati, per il popolo del quartiere in cui vivono sono degli eroi. Mentre Reggie inizia una relazione amorosa con Frances, una ragazza gentile e fragile psicologicamente che poi sposerà, Ronnie invece è un omosessuale schizofrenico che vive con due giovani in una roulotte. Ronnie sembra non gradire Frances, forse ne è anche geloso, ma non fa granché per denigrarla ma la deride assieme alla madre e la tratta da donna instabile e fragile. Il loro salto di qualità nella criminalità avviene da un lato perché il capo dell’altra banda londinese finisce in carcere per vent’anni e dall’altro giunge a Londra il gangster italo-americano Angelo Bruno per conto del boss Meyer Lansky, con i due gemelli si mette in affari per la protezione delle case da gioco e per riciclare titolo rubati negli USA. La loro carriera procede a gonfie vele per qualche anno, ma Frances inizia a stare male perché non riesce a portare nella legalità il marito ma anche perché è lasciata sempre più sola e inizia ad impasticca fino a suicidarsi e Ronny inizia ad essere del tutto distruttivo… Sui titoli di coda sapremo che i fratelli Krays sono finiti in prigione e condannati a 30 anni di carcere. Ronnie è morto con un attacco di cuore nel 1995, mentre Reggie di cancro nel 2001.
Un film non riuscito, il cui problema principale è il suo non scegliere che strada prendere narrativamente e formalmente. Sempre in bilico tra profilo basso, un qualsiasi film di gangster ed eleganza formale, tra biopic e storia criminale pulp; in cui la storia si sviluppa in un susseguirsi – quasi in una lista . di avvenimenti senza crescendo o originalità. Anche il bravo Tom Hardy riesce bene nel ruolo del fratello normale mentre in quello del gemello schizofrenico sembra quasi una caricatura ( che la voce del doppiaggio italiano rende quasi fastidioso ); mentre la voce in off di Frances all’inizio e alla fine rende più confuso il racconto, più imperscrutabile che non risolutivo.