TRIONFANO, COME C’ERA DA ASPETTARSI, DIVERSITÀ, TEMI SOCIALI IMPORTANTI, ASIATICI, AFRO-AMERICANI, E REGISTE DONNE. IL VECCHIO MONDO BIANCO È BEN RAPPRESENTATO, DICIAMO, DA UN ANTHONY HOPKINS IN VIA DI RINCOGLIONIMENTO IN “THE FATHER” E DA FRANCES MCDORMAND CHE SI METTE SULLA STRADA DA NUOVA POVERA IN “NOMADLAND” – HOLLYWOOD RIBADISCE INSOMMA LA FINE DEL TRUMPISMO IN AMERICA E LA NASCITA DI UNA NUOVA ERA. SPERIAMO SIA VERO

E’ andata così. In una serata sobria, senza pubblico a parte i candidati presenti in sala e le star che consegnavano i premi, “Nomadland”, la sua regista Chloé Zhao, e la sua protagonista Frances McDormand trionfano agli Oscar 2021, Miglior Film, Migliore Regia, Miglior Attrice Protagonista. Come avevamo capito tutti.

E’ la seconda volta che una regista donna vince la regia, dopo Katryn Bigelow con “The Hurt Locker”, e la prima volta in assoluto che una donna asiatica vince la regia. Alla faccia degli attacchi all’Oscar #sowhite, insomma.

chloe zhao 1                                                                                                                                   chloe zhao 

È la quarta volta, avete capito bene, che Frances McDormand vince l’Oscar, una più di Meryl Streep, e per “Nomadland” vince l’Oscar anche come co-produttrice. Accettando l’Oscar, Frances McDormand cita una battuta di Macduff in “Macbeth”, visto che sta girando proprio un “Macbeth” diretta da Joel Coen con Denzel Washington co-protagonista: “Non ho parole: la mia voce è nella mia spada. Sappiamo che la spada è il nostro lavoro e mi piace il lavoro. Grazie per averlo saputo e grazie per questo.” Chloé Zhao ha fatto invece un discorso zavattiniano sulla bontà: “Ho sempre trovato la bontà nelle persone che ho incontrato ovunque andassi nel mondo.

frances mcdormand oscar                                                                                                            Frances McDormand Premio Oscar

Quindi questo è per chiunque abbia la fede e il coraggio di aggrapparsi alla bontà in se stesso. E mantenere la bontà l’uno nell’altro, non importa quanto sia difficile farlo. E questo è per te, mi ispiri ad andare avanti.” “Nomadland”, prodotto e distribuito dalla Disney, infatti lo vedremo su Disney+ il 30 aprile, ha già vinto tutto quello che poteva vincere, a cominciare dal Leone d’Oro a Venezia, e questo rafforza non poco la posizione del direttore Alberto Barbera, vecchia volpe, che non ne ha sbagliato uno di film americano in gara e con la mancanza di Cannes lo scorso anno ha proprio volato.

anthony hopkins the father                                                                                                                      Anthony Hopkins The Father

Miglior Attore Protagonista va a Anthony Hopkins, che non c’era, per “The Father”, dove interpreta un malato di Alzheimer, che vince anche per la Migliore Sceneggiatura Non Originale, di Christopher Hampton e Florian Zeller. E’ l’unico premio importante che viene dato a un artista bianco quest’anno, se non sbaglio.

brad pitt youn yuh jung brad pitt youn yuh jung

La settantatreenne coreana Youn Yuh-Jung, che c’era e era scatenatissima, vince come Miglior Attrice non protagonista per “Minari” di Steven Yuen. E’ la prima volta che un coreano vince l’Oscar e la seconda che una donna asiatica lo vince, dopo la Miyoshi Umeri per “Sayonara” di Joshua Logan. E’ stata molto spiritosa. Ha esordito con un geniale “Mr. Brad Pitt… finally” che ha fatto il giro del mondo. Poi si è fatta anche le foto con lui. Le hanno chiesto di cosa sapesse Brad Pitt. Ha risposto che non lo ha odorato perché non è un cane.

mank mank

Daniel Kaluuya vince come Miglior Attore Non protagonista per “Judas and the Black Messiah” di Shara King nel ruolo di Fred Hampton, militante delle Black Panthers ucciso a Chicago durante il processo ai Chicago Seven. Dedica il suo premio proprio alla vita di Fred Hampton e alle Black Panthers che gli hanno fatto scoprire se stesso. “Judas” vince anche per la migliore canzone originale. L’inglese Emerald Fennell vince per la Migliore Sceneggiatura Originale con “Promising Your Woman”.

daniel kaluuya                                                                                                                                    Daniel Kaluuya

E’ un premio importante visto che il film è un’opera prima, anche se la sua protagonista, Carey Mulligan, non è riuscita a vincere contro la potenza di Frances McDormand. “Soul” di Pete Docter stravince come Miglior Film d’Animazione e Miglior Colonna Sonora, di Trent Raznor, Atticus Ross e Jon Batiste. Pienamente d’accordo sulla qualità del film e della musica.

“Mank” di David Fincher si deve accontentare di Miglior Fotografia, Erik Messerschmidt, e Miglior Scenografia e Arredamento, Don Graham Burt e Jan Pascale. Grandi premi tecnici per un film e per Netflix che si aspettava sicuramente di ripetere l’operazione “Roma” di Alfonso Cuaron. “Ma Rainey’s Black Bottom”, altro film Netflix, vince per gli incredibili costumi della novantunenne Ann Roth e per il Trucco e Parrucco delle ragazze nere Mia Neal e Janika Wilson. Nelle stesse categorie erano candidati il costumista Massimo Cantini Parrini e i truccatori di “Pinocchio”. Peccato. Ma non era facile vincere su un film così ricco come “Ma Rainey’s Black Bottom”.

carey mulligan marcus mumford carey mulligan marcus mumford

A “Sound of Metal”, che aveva puntato molto sul premio al protagonista Rhiz Amed, va il premio per il Miglior Montaggio, Mikkel E. G. Nielsen. “Un altro giro” di Thomas Vinterberg, altro film che ha vinto tutto quello che poteva vincere, va il premio come Miglior Film Straniero. Trionfano insomma, come c’era da aspettarsi, diversità, temi sociali importanti, asiatici, afro-americani, e registe donne. Il vecchio mondo bianco è ben rappresentato, diciamo, da un Anthony Hopkins in via di rincoglionimento in “The Father” e da Frances McDormand che si mette sulla strada da nuova povera in “Nomadland”.

thomas vinterberg thomas vinterberg

Hollywood ribadisce insomma la fine del trumpismo in America e la nascita di una nuova era. Speriamo sia vero. Netflix vince molti premi tecnici per “Mank”, ottimo film da vecchi Oscar, per “Ma Rainey’s Black Bottom”, che non riesce a imporre lo scomparso protagonista Chadwick Boseman contro il vecchio ma vivo Anthony Hopkins. Vince però l’Oscar per il miglior corto, “Two Distant Strangers” di Travon Free e Martin Desmond Roe, scontro continuo a loop tra un poliziotto bianco e razzista e un ragazzo nero, potete vederlo da qualche settimana, ma cede i premi maggiori alla Disney. E, come hanno notato tutti, il kolossal Marvel-Disney di supereroi diretto da Chloé Zhao “Eternals”, con Angelina Jolie, Salma Hayek, Gemma Chan, che doveva uscire lo scorso novembre, arriverà il 3 novembre 2021, presentato dalla Disney come “Dalla vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao…”.

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