Abbiamo visto “ Sole alto “

Un film di Dalibor Matanic. Con Tihana Lazovic, Goran Markovic, Nives Ivankovic, Mira Banjac, Slavko Sobin. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 123 min. – Croazia, Serbia, Slovenia 2015.

Basta guardarsi indietro di un po’ di anni per rendersi conto a che punto è giunto il Cinema oggi, e anche la critica di conseguenza. Basta confrontare questo Sole alto con un film come Prima della pioggia ( stessa struttura narrativa: tre blocchi circolari, stessa zona geografica, stesse atmosfere di guerra ) e il confronto è impietoso. Eppure sui giornali leggiamo frasi come È meraviglioso scoprire… Un film geniale… Potenza visiva di questo raccontoIl più bel film dell’anno. Basta mettere tre coppie giovani di fidanzati, definirli a cacchio una specie di Romeo e Giulietta e collocarli in una guerra che non spiega minimamente perché avviene ma che ricordiamo feroce e spietata come sono le guerre; collocare tre storie differenti in tre decenni diversi ma con gli stessi attori che muoiono, rinascono, ma conservano gli stessi gradi di parentela ed ecco che qualcuno premia un film onesto e dignitoso ma nulla di più e i critici sviolinino in sottovento più sfessati di un cinema sfessato dei nostri tempi. Certo il nostro cinema, dalle tradizioni alte un tempo, è mutato antropologicamente, basta pensare agli ultimi David di Donatello; e quindi una storia semplicissima nel racconto, senza profondità narrative e psicologiche, con degli attori dai visi semplici e preberlusconiani, con delle location lontane sia geograficamente che temporalmente a noi, entusiasma gli addetti ai lavori. E si leggono anche confronti con l’Antonioni deli Anni Settanta ( Quale ? Quello di Zabriskie Point o Professione Reporter ? Unici film realizzati dal maestro in quel decennio ).

Tre storie d’amore in terra croata, assai differenti tra loro e si svolgono in tre epoche diverse. Tre coppie giovani Jelena e Ivan, Ante e Natasa, Marija e Luka che hanno relazioni amorose con finali opposti, tutte e tre queste storie sono composte da giovani di etnie diverse ( interpretati dagli stessi attori: Tihana Lazovic e Goran Markovic ), tutte ambientate in sperduti villaggi dei Balcani. La prima avviene nel 1991, mentre la guerra civile ed etnica sta per scoppiare; due giovani e semplici ragazzi Jelena e Ivan, che appartengono una al popolo serbo e l’altro al popolo croato – ma non capiscono l’odio storico che sta per scoppiare – vogliono andare a vivere a Zagabria e hanno deciso di scappare di notte dopo una festa; tra un gioco erotico sulla spiaggia, un litigio da parte di lei con il fratello e un piccolo concerto di una banda musicale di paese in cui suona la tromba lui, scoppia il dramma. Nel secondo episodio, Natasa e sua madre tornano nella loro casa nel 2001, dopo che è finita la guerra civile, sono sole e l’abitazione è quasi inabitabile; la madre cerca un operaio che ristrutturi la villetta e trova un bravo ragazzo Ante, un croato che è rimasto da quelle parti solo per accudire la madre mentalmente disturbata dagli effetti della guerra, l’operaio accetta di lavorare nell’edificio per rimetterlo a posto ma sente tutta l’ostilità della ragazza che mal sopporta la sua presenza in quanto croato, tuttavia verso il finale andranno assieme nello stesso posto di mare a fare un bagno e prima di separarsi definitivamente lei lo affronterà in uno scontro che può essere solo sessuale. Il terzo episodio, forse il meno originale e il più convenzionale, si svolge nel 2011, sembra che la guerra non ci sia mai stata e che i giovani non conservino nessuna traccia di quello scontro etnico. Infatti vivono la leggerezza dell’età e pensano a divertirsi come dappertutto, fumando spinelli, tirando strisce, bevendo birra e facendo sesso. Luka è uno studente universitario croato, torna dopo una lunga assenza in estate al suo paese per una festa ma il giorno dopo vuole proseguire per Dubrovnic. Non sembra molto felice come i suoi amici e se ne resta un po’ in disparte, va a trovare i genitori dopo tanto tempo ma sembra che il rapporto con loro sia del tutto finito, in realtà il suo pensiero è andare a casa di Marija, una ragazza serba con la quale ha avuto una relazione e un figlio che non ha mai visto. La loro separazione non sembra provocata dal senso etnico del conflitto che è lontanissimo, ma più semplicemente dalla difficoltà di lui ad accettare una vita in quel posto e con una famiglia.

Tre storie di coppia. Una tragica d’amore romantico, una di bisogno d’amore ma irrealizzabile per le ferite di una guerra, la terza una storiella dei nostri giorni. Scritte con attenzione e con lo sguardo d’altri tempi, in alcuni passaggi profonda e originale in altri un po’ goffa ( le lunghe inquadrature dei luoghi distrutti e poi ricostruiti ) e a volte inessenziale. Una regia sicura che usa con sapienza primi piani e campi lunghi ( in qualcosa ci ha ricordato La notte di San Lorenzo ) e una scelta delle musiche molto azzeccata ( nel primo episodio, la tromba suonata da Ivan e dalla banda musicale, nel secondo una musica che isola Natasa con walkman, nel terzo la rumba techno del rave party ). Da segnalare i due attori protagonisti, originali, dalla recitazione immediata e convincente.

 

 

 

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