Dopo le line up della Settimana della Critica e delle Giornate degli Autori, per il Festival di Venezia 2015 arriva il momento più atteso: il disvelamento dei titoli in concorso. Ricordando che l’apertura è affidata a Everest di Baltasar Kormàkur, ecco la lista dei titoli, di cui trovate maggiori informazioni cliccando sui titoli nella barra laterale. 4 gli italiani: Bellocchio, Guadagnino, Messina e Gaudino.
– Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio
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– L’attesa di Piero Messina
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– A Bigger Splash di Luca Guadagnino
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– Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino
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– Francofonia di Alexandr Sokurov
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– Frenzy di Emin Alper
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– Heart of a Dog di Laurie Anderson
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– Looking for Grace di Sue Brooks
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– Equals di Drake Doremus
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– Remember di Atom Egoyan
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– Beasts of No Nation di Cary Fukunaga
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– Marguerite di Xavier Giannoli
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– Rabin’s Last Day di Amos Gitai
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– The Endless River di Oliver Hermanus
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– The Danish Girl di Tom Hooper
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– Anomalisa di Charlie Kaufman e Dake Johnson
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– 11 Minutes di Jerzy Skolimowski
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– The Clan di Pablo Trapero
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– Desde allà di Lorenzo Virgas
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– L’hermine di Christian Vincent
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– Behemoth di Zhao Liang (documentario)
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Impossibile non commentare la line-up del Festival di Venezia, annunciata l’altro giorno (e se vi siete persi qualcosa, proprio qui sotto trovate i link alle selezioni del concorso, delle Giornate degli Autori e della Settimana della critica. La 72esima edizione del festival cinematografico più antico del mondo conferma una tendenza che orami da qualche anno affligge la Mostra del Cinema: una vocazione minoritaria, defilata, poco convincente – almeno nelle scorse edizioni – tanto sotto il profilo della qualità che sotto quello dello spettacolo.
Naturalmente i festival si giudicano solo dopo averli visti, proprio come i film. Ma c’è qualcosa nell’aria che ci dice che per motivi diversi, le grandi produzioni stiano scansando Venezia. Perché se si cerca gloria c’è Cannes mentre perché, se si cercano i mercati, giusto qualche giorno dopo c’è Toronto e va benissimo anche lì (e si spende pure meno).
Chissà, forse anche certe recenti scelte scellerate (opinione), come dare il Leone d’Oro a <i>Sacro Gra</i> (fortissimamente voluto, si dice, da Bertolucci) o come premiare l’anno scorso un film destinato alla quasi invisibilità possono non aver giovato. La stima per Barbera, dal 2012 direttore della Mostra, non viene meno; ma onestamente – per quel che si è visto sinora – è più per le sue attività “piemontesi” che per le conduzioni degli ultimi anni. E sentirlo dire, di fronte a un programma che appare raffazzonato, che si tratta di un concorso “sorprendente”, onestamente appare un eccesso ingiustificato. Gli italiani in gara per il Leone sono 4 sì, e non succedeva dal 2009. Ma, Bellocchio a parte, e con rispetto, è chiaro che i nomi italiani che contavano quest’anno si erano giocati le loro carte in Costa Azzurra, a maggio.
Comunque, vedremo. E mai come quest’anno vedremo bene e da vicino: sono cinque infatti i nostri inviati alla mostra. Oltre naturalmente a Spaggy (il nostro “pro”), saranno presenti EightAndHalf, Maghella, Maurri e AlanSmithee (fa un po’ ridere chiamarli per nick, ma – credeteci – accreditarli ufficialmente con i loro nick fa ancora più ridere). Una squadra bella e tosta, che ci inorgoglisce anche perché si tratta di volontari che amano fare questa esperienza: questo Festival è andato ma se voleste – e almeno un po’ lo meritate sul campo -, al prossimo Festival potreste esserci voi…).
Ciò detto, questa newsletter è l’ultima prima del ritorno a fine agosto: anche noi stacchiamo un po’. Limiteremo per il mese che viene le attività (ma non quelle di aggiornamento del sito, ovviamente). Se vi va di farci un saluto o di mandarci una cartolina virtuale, questo post è il post giusto.