Di seguito alcune domande poste a metà aprile agli attivisti anarchici del Collettivo El Libertario, un tentativo di riassumere l’attuale situazione venezuelana e prospettare alcune riflessioni sull’immediato futuro.
Come descrivereste il sistema politico al potere in Venezuela?
Una dittatura latinoamericana del XXI secolo. La differenza con le dittature latinoamericane del passato è quella di mantenere certe formalità proprie dei regimi democratici, ad esempio la chiamata alle elezioni e l’apparente rispetto della normativa costituzionale, per poi stravolgerle a favore del regime che, in questo caso, oltre a proclamarsi di “sinistra” e “antimperialista” pretende di giustificare le proprie azioni, estremamente autoritarie, con la presunta difesa di fronte agli attacchi della destra conservatrice e imperialista.
In Europa molti tifosi del chavismo etichettano Guaido come una marionetta di Washington. Potreste descriverci il personaggio in questione e la sua traiettoria politica?
Della sua traiettoria prima di essere proclamato presidente in opposizione a Maduro si conosce poco o nulla e possiamo aggiungere poco a quanto leggibile su Wikipedia. Nel 2007 (durante le proteste contro il mancato rinnovamento della licenza televisiva alla rete RCTV, nda), come attivista studentesco all’Università Cattolica Andres Bello di Caracas, istituzione dei gesuiti, non viene certamente ricordato come una delle figure più distaccate. Certo è che il Partito Voluntad Popular, nelle cui fila figura Guaido a partire dalla sua nascita, deriva dalla scissione col partito Primero Justicia, nato negli anni novanta sulla spinta di alcuni militanti del partito democristiano COPEI.
Nel 2012 Guaido si presenta e viene sconfitto come candidato al governo del suo stato federato d’origine (che ai tempi di chiamava Vargas e oggi La Guaira) e questo passaggio gli servirà come trampolino per essere, in seguito, eletto deputato all’Asamblea Nacional.
Il fatto che sia arrivato a diventare Presidente dell’Asamblea Nacional non è altro che il risultato di un accordo burocratico precedente fra partiti dell’opposizione di destra e socialdemocratici che sono la maggioranza, accordo secondo il quale la presidenza dell’Assemblea Nazionale sarebbe stata attribuita a turno a ogni gruppo politico. Quando venne il turno di Voluntad Popular, il gruppo designò Guaido perché altri candidati erano impossibilitati o non volevano presentarsi. Guaido proviene dalla classe media, ha frequentato un’università privata e ha vissuto nella zona della Caraballeda, dove risiedono persone dalle risorse medio alte.
Alla luce di questo percorso credete anche voi che sia una marionetta di Trump?
Sul fatto che sia un burattino dell’imperialismo capisco che l’uso e abuso di questa accusa (che è stata brandita anche contro gli anarchici e contro il resto della piccola opposizione radicale di sinistra) la renda uno strumento propagandistico; sicuramente Guaido e quelli che lo seguono sono legati al governo degli Stati Uniti, ma non rappresentano necessariamente l’unica carta che Washington potrebbe giocarsi in relazione al tema venezuelano. Di fatto sembra che stiano cercando qualche forma di negoziazione con i capi militari che fino a oggi hanno accompagnato Maduro, promettendo loro potere e impunità.
Considerando la dicotomia di poteri esistenti in Venezuela (da un lato l’Asemblea Nacional eletta democraticamente nel 2015 secondo la Costituzione Bolivariana del 1999 e dall’altro Maduro e la sua cricca, che usurpano il ruolo di dirigenti e che hanno abbandonato le formalità costituzionali a partire dal 2016, quando non permisero lo svolgimento del Referendum Revocatorio), come giudicate l’opposizione ufficiale che serra i ranghi dietro la figura pubblica di Guaido? Ha una legittimità politica o solamente costituzionale?
Non diamo nessuna legittimità a questa opposizione costituita da partiti socialdemocratici e partiti di destra che ci hanno fornito più che numerose dimostrazioni d’incapacità, opportunismo e ambizione senza limiti per mettere le mani sulle risorse dello Stato che, per il momento, sono saccheggiate esclusivamente dalla burocrazia chavista e dai suoi soci militari. Sarebbe lungo entrare nel dettaglio rispetto ai risultati negativi raggiunti da quest’opposizione, però per chi volesse approfondire consiglio di cercare cosa appare nel blog di El Libertario quando si inserisce appunto il termine “opposizione”.
La DEA ha accusato le principali figure del chavismo al potere di narcotraffico. Che riscontro hanno queste accuse nella realtà? È una manovra imperialista o c’è davvero carne sulla brace?
Ovviamente sarebbe peccare di stupida innocenza credere che la DEA formuli le sue accuse senza una connessione con la frenetica linea politica di Trump per convertire il governo di Maduro in un conveniente capro espiatorio straniero; allo stesso tempo, senza dubbio, ci sono certamente abbondanti indizi per sostenere che esistano connessioni tra importanti figure chiave del governo venezuelano e il narcotraffico. Che la DEA lo denunci o smetta di farlo non annulla questi indizi, come la connessione del presidente dell’Afghanistan e del suo circolo più prossimo con il traffico di eroina in grande scala non scompare quando l’agenzia antidroga americana fa silenzio sull’argomento.
Credete sia plausibile un intervento militare da parte degli Stati Uniti per esautorare la cupola al potere?
Anche se non sottovalutiamo la vena frenetica di Trump e dove questa potrebbe condurlo, crediamo che manchi molto per provocare questo passo degli americani. Continueranno le loro spavalderie, però sembra che ancora scommettano fortemente sul fatto che siano gli stessi militari venezuelani a farsi carico di Maduro. Ovviamente Maduro, il suo stretto circolo e la dittatura cubana (che lo supporta per svariate ragioni) ne sono a conoscenza e infatti stanno usando tutti i mezzi di corruzione, ricatto e pressione in loro possesso – proprio come fanno gli americani – per affrontare tale possibilità.
Cosa pensate di questa seppure lontana opzione?
La storia dei nefasti interventi imperialisti diretti o indiretti nei paesi dell’America Latina o dei Caraibi è chiara, quindi certamente non vediamo niente di positivo in questo scenario. Non condividiamo per nulla l’idea del “bisogna uscire dalla dittatura in ogni modo, anche se questo implica associarsi alle manovre americane”; d’altra parte nemmeno condividiamo chi afferma “se gli americani vogliono spodestare Maduro, dobbiamo difenderlo per ragioni antimperialiste e di sovranità nazionale”. Questa disgiunzione è falsa, crediamo sia possibile un percorso alternativo a queste opzioni che ci vengono presentate come le uniche possibili da chi lotta per instaurare un potere statale ugualmente oppressivo e ingiusto.
In che condizioni versa la cittadinanza? Come ci si approvvigiona di medicine e come si compra il cibo al mercato nero?
A Caracas le condizioni sono pessime. Per quanto sappiamo, nell’interno del paese la situazione in molte zone sembra veramente disperata; quindi qualificarla come emergenza umanitaria complessa, come fanno PROVEA (Programma venezuelano di educazione e azione ai diritti umani, nda) e altre organizzazioni per i diritti umani, non rappresenta in alcun modo un’esagerazione o una descrizione interessata o di parte. Per i farmaci la situazione è grave come per il cibo. Chi può prova a risolverla cercando di ricevere il necessario da parte di familiari o amici all’estero. Sembra che questa sia l’alternativa più che lo sviluppo di un mercato nero per i farmaci, anche se sembra che comunque anch’esso esista.
Che impatto avrà il coronavirus sul già critico sistema sanitario venezuelano?
Nel momento in cui si scrive non si è ancora sentito con forza l’impatto della pandemia nel paese (il governo comunica solo pochi centinaia di casi e nessuna morte), però temiamo che prima o dopo arriverà il forte contraccolpo e che il sistema sanitario non sia in grado di affrontarlo. Non ci sono ragioni per attribuire credibilità alcuna a un governo che da anni s’impegna grottescamente nell’occultamento di cifre e dati che dimostrino il collasso del settore della salute pubblica. Sono anni che non si conoscono le statistiche del settore, quindi gioco forza siamo pessimisti rispetto alla sua capacità di occuparsi con qualche efficacia di quello che sta per succedere.
Fabrizio Dentini